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G. F. Händel, Minuetto in sol minore
J. S. Bach/Vivaldi, Sicilienne dal Concerto in re minore BWV 596
R. Schumann, Quattro Lieder per pianoforte
S. Rachmaninov, Vocalise Op. 34 n. 14
S. Rachmaninov, Spring Waters Op. 14 n. 11
Giuseppe Martucci, La canzone dei ricordi op. 68b
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Marcos Madrigal pianoforte, Barbara Frittoli soprano
Sabbioneta, Teatro all’Antica, 28 settembre 2024
Dialoghi – La canzone dei ricordi
Certo, con i suoi 300 posti è minuscolo il Teatro Verdi di Busseto che ieri ha ospitato Un ballo in Maschera per il Festival di Parma, ma che dire allora dei 100 posti del Teatro all’Antica di Sabbioneta?
Come dice il nome la struttura è totalmente diversa: disegnato da Vincenzo Scamozzi e inaugurato nel 1590, può essere considerato uno tra i primi esempi dell’età moderna, essendo il primo teatro inserito in un edificio appositamente costruito (il precedente Teatro Olimpico di Vicenza, era frutto di una ristrutturazione). Un teatro moderno per la presenza di elementi innovatori per l’epoca, quali la facciata autonoma, il diversificato sistema d’ingressi, la forma della cavea, l’orchestra inclinata, il retropalco dotato di camerini per gli artisti. Spettacolare è il peristilio corinzio coronato da statue di divinità mitologiche che completa la cavea. In passato il palcoscenico a scena fissa era dotato di un’immagine lignea di città prospettica, ma la scenografia è andata distrutta e quella attuale è stata posta nel 1996.
Qui si svolge il “Sabbioneta Chamber Opera Festival”, nuovo titolo e maggiori ambizioni del precedente “Festival degli Olimpici” (ossia i teatri di Vicenza e Sabbioneta), che quest’anno si sviluppa per tre fine settimana dal 21 settembre al 6 ottobre con un programma variegato curato dal direttore del festival Andrea Castello. Iniziato con una versione cameristica di Das Lied von der Erde di Gustav Mahler, è continuato con una selezione di brani dalla Cenerentola di Rossini per voci e pianoforte. Le spettacolari chiese della cittadina ospitano importanti pagine sacre e poi ci saranno un concerto lirico che omaggia Puccini, musiche veneziane del XVII e XVIII secolo con Vivica Genaux e infine gli intermezzi Rosica e Moriano composti da Francesco Feo per il suo Siface.
Il concerto del 28 settembre vede protagonisti il pianista Marcos Madrigal e il soprano Barbara Frittoli. Nella prima parte il virtuosistico pianista cubano presenta un eclettico programma che contiene Händel, Bach, Vivaldi, Schumann e Rachmaninov. I primi due pezzi, il Minuetto in sol minore di Georg Friedrich Händel e la Sicilienne dal Concerto in Re minore BWV 596 di Johann Sebastian Bach e Antonio Vivaldi, nelle trascrizioni per pianoforte di Wilhelm Kempff e di Alexandre Tharaud rispettivamente, non hanno nulla dello stile degli autori originali: Madrigal esegue i due lavori con uno slancio romantico e un uso del pedale che snaturano il carattere delle due pagine che, complice anche l’acustica della sala con il suo eccessivo riverbero, perdono la trasparenza e la grazia settecentesca originali per diventare tutta un’altra cosa.
Le cose vanno un po’ meglio con i Quattro lieder di Robert Schumann trascritti da Franz Liszt per pianoforte: “Er Ist’s” (dal ciclo Liederalbum für die Jugend op. 79, il n° 23); “Frühlingsnacht” (l’ultimo del Liederkreis op. 39); “Frühlings Ankunft” (da Liederalbum für die Jugend op. 79, il n° 19); “Liebeslied” (anche noto come Widmund, il primo dei 26 lieder di Myrthen op. 25). Qui il tocco turgido del pianista sottolinea come Liszt prevalga abbondantemente su Schumann: senza parole la parte pianistica ha il sopravvento e mostra il suo lato più virtuosistico ed edonistico. Anche i due pezzi di Sergeij Rachmaninov sono trascrizioni per pianoforte di Alexander Siloti del suo Vocalise op. 24 n° 14 e di Rachmaninov stesso di Spring Waters op. 14 n° 11, soprattutto la prima una pagina molto famosa e arrangiata anche per voce e orchestra. Il tono trascinante e postromantico del compositore russo sembra quello più nelle corde di Madrigal ed è sintomatico del suo mondo espressivo l’aver scelto solo trascrizioni per pianoforte che mettano in luce la sua indubbia tecnica.
Nella seconda parte il pianista diventa accompagnatore della voce. E che voce! Anche se negli ultimi anni frequenta sempre meno i palcoscenici – ma l’anno prossimo alla Scala sarà la Duchesse de Crakentorp ne La fille du régiment diretta da Evelino Pidò nella deliziosa produzione di Laurent Pelly – Barbara Frittoli ha lasciato la sua indelebile impronta di interprete mozartiana. La sua ricercata vocalità fatta di espressività ed eleganza di fraseggio la ritroviamo ne La Canzone dei Ricordi, un lavoro del 1887 di Giuseppe Martucci: sette liriche su versi, onesti ma non eccelsi, di Rocco Emanuele Pagliara, bibliotecario del Conservatorio di S. Pietro a Maiella di Napoli e amico intimo del compositore.
Nel dolce ed espressivo “No, svaniti non sono i sogni” (n. 1) una donna coltiva la speranza di un amore su una melodia che pur ricordando nel tono le liriche francesi ha una sua precisa personalità. Nell’allegretto con moto di “Cantava il ruscello” (n. 2) l’accompagnamento pianistico riprende la fluidità dello scorrere dell’acqua che ritroveremo in certo Debussy. L’andantino di “Fior di ginestra” (n. 3) ha invece la cantabilità di uno stornello italiano mentre l’atmosfera si fa più mossa con “Sul mar la navicella” (n. 4) e francamente drammatica nell’andante di “Un vago mormorio” (n. 5) dove la speranza della donna è ancora una volta delusa: «Ma ‘l mormorio che m’ha portato ‘l vento | è sussurro di rami e non d’amor!». Nell’andantino con moto di “Al folto bosco” (n. 6) al poeta sembra scappare una citazione pucciniana con «Mite alba lunar», ma La bohème sarebbe andata in scena solo nel 1896! Il n. 7 riprende il testo del n. 1 concludendo così ciclicamente la composizione in un tono tra rassegnato e l’estatico.
A Giuseppe Martucci, l’araldo del sinfonismo germanico in un paese votato quasi interamente al melodramma, risponde con una punta di ironia la cantante, che nel suo bis propone un’intensa versione dell’aria di Santuzza «Voi lo sapete o mamma» dalla Cavalleria rusticana di Mascagni.
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