Kamuyot

Ohad Naharin, Kamuyot

Moncalvo, Orsolina28, 3 giugno 2023

Quando la danza diventa un’esperienza condivisa

A Orsolina28 sono ritornati Ohad Naharin e i suoi danzatori. L’anno scorso avevano presentato 2019, quest’anno era previsto il loro storico Deca Dance ma le avverse condizioni meteorologiche ne hanno impedito la messa in scena nel grande teatro all’aperto. Nessun problema: la efficientissima organizzazione di Orsolina28 attua il suo piano B e al riparo dagli scrosci d’acqua, all’interno di quel magico spazio immerso tra i ciliegi che è The Eye, il folto pubblico, scaglionato in due tranche, può assistere a Kamuyot (Quantità) spettacolo creato nel 2003 e passato anche a Torino danza nel 2019. La performance di poco meno di un’ora viene ripetuta poi per l’altra metà di spettatori entusiasti. Chi volesse può ritornare stasera domenica 4 maggio e con lo stesso biglietto vedere il previsto Deca Dance, Giove Pluvio permettendo.

Concepito per spazi non teatrali, Kamuyot è una performance che si nutre della vicinanza con il pubblico, rompe le tradizionali barriere e fa di danzatori e spettatori un solo respiro, un’esperienza condivisa, una colorata festa della danza attraverso tutti gli stili musicali. Al centro dello spettacolo c’è un semplice invito: ballare. Un’esperienza che con la sua energia esuberante e profondità emotiva permette al pubblico di “essere con” la danza e non solo di guardarla.

I venti danzatori sono mescolati tra gli spettatori seduti in prima fila di un ellisse che si chiude su uno spazio che non ha l’artificio dell’illuminazione teatrale. Le luci sono a giorno, non ci sono scenografie. A turno – singoli, a gruppi o tutti insieme – i danzatori lasciano il loro posto e su una colonna sonora eclettica che spazia dall’elettronica al rock giapponese al reggae esprimono con il loro corpo un’energia fisica travolgente. I momenti coordinati si alternano ad “assoli” che sembrano improvvisati, ma che sono invece il frutto di uno studio meticoloso pur nella libertà del linguaggio Gaga ideato da Naharin.

Un momento di particolare emozione è quello in cui i giovani danzatori prendono la mano di uno spettatore e c’è un intenso scambio di sguardi. Ma il coinvolgimento del pubblico si fa ancora più diretto: prima timido, poi più disinvolto, gli spettatori partecipano con entusiasmo all’invito dei danzatori a ballare tutti quanti insieme. È toccato anche a me. Ora posso dire di aver danzato con i Batsheva…