TEATRO COMUNALE

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Teatro Comunale

Firenze (1862)

2000 posti

Complesse le vicende che ruotano attorno alla sua costruzione e risalgono alla seconda metà dell’Ottocento quando pongono le premesse per una radicale trasformazione del volto urbano della città conseguente al trasferimento della capitale d’Italia a Firenze. Il 17 maggio 1862 il nuovo edificio venne inaugurato alla presenza di circa 7000 persone come Politeama Fiorentino. Appena un anno dopo, durante una festa da ballo, fu colpito da un tremendo incendio che distrusse il palcoscenico e provocò gravi danni alle strutture e numerose vittime. Riparati i danni, a partire dal 1864 il teatro riprese una intensa programmazione musicale incentrata su autori quali Verdi e Meyerbeer, Gomez, Donizetti.

Nel 1882 si realizzò la copertura dell’arena con una struttura metallica e l’attività teatrale continuò molto intensa: solo nel 1896 vennero programmate 70 recite con opere quali Cavalleria rusticana, Zanetto, Pagliacci, La traviata, Il trovatore, I pescatori di perle, e due balli, Excelsior e Pietro Micca. Nel frattempo il Politeama passò in proprietà a una accademia per poi essere acquistato, nell’agosto del 1910, dalla Società Anonima Teatrale che apportò ulteriori miglioramenti alla struttura. Da questo momento l’attività del teatro vide alternarsi stagioni più o meno fortunate con la sola sospensione degli spettacoli tra il 1917 e il 1918 quando la vasta sala fu requisita dal Ministero della guerra per essere destinata a magazzino del vestiario militare. Qui Vittorio Gui tenne il suo primo concerto nel dicembre del 1928. In quell’occasione si verificò una svolta decisiva che portò il Politeama a divenire il maggiore teatro per gli spettacoli lirici e musicali della città, tanto da entrare a far parte del patrimonio pubblico. Nel 1929 divenne infatti di proprietà dell’amministrazione comunale e contemporaneamente ne fu cambiato il nome in Teatro Comunale Vittorio Emanuele II.

Nel 1933, anno in cui viene istituito il Maggio Musicale Fiorentino, si decise di sottoporre il teatro a un restauro radicale. La parte del progetto architettonico esecutivo fu affidata all’architetto Aurelio Cetica e la parte scultorea è curata da Mario Moschi e Bruno Innocenti. Il primo realizzò le figure decorative esterne e interne ai vestiboli, mentre il secondo si occupò delle sette figure ad altorilievo sull’arco del boccascena. Infine Dino Tofani eseguì le decorazioni della lanterna del soffitto con la collaborazione di Donatello Bianchini.

La vita del nuovo organismo architettonico durò poco più di dieci anni: il 1º maggio 1944 il teatro venne infatti gravemente danneggiato dai bombardamenti aerei che cercavano di colpire i vicini depositi delle ferrovie. La parte del palcoscenico, comprese le relative attrezzature, fu completamente devastata dalle fiamme ma grazie alla cortina tagliafuoco del boccascena l’incendio causato dalle bombe fu circoscritto, evitando il suo propagarsi al resto dell’edificio che rimase praticamente intatto. La nuova amministrazione comunale intervenne immediatamente per affrontare il problema della ricostruzione e in poco più di un anno il teatro fu riaperto al pubblico.

L’intensa attività del Comunale si protrasse tranquillamente fino al 1957, quando la commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo ordinò la sospensione di ogni manifestazione dalla fine del Maggio musicale dello stesso anno per la necessità di lavori di consolidamento. La struttura portante delle gradinate e del loggione non era più adatta a garantire l’incolumità del pubblico, senza interventi di restauro. Si imponevano pertanto notevoli opere di demolizione e ricostruzione. Riaperto l’8 maggio 1961 fu di nuovo gravemente danneggiato dall’Alluvione di Firenze, prima di venire ricostruito nelle forme attuali nel 1966 su disegno di Alessandro Giuntoli: una vasta platea e due grandi gallerie semicircolari di palchetti, per un totale di 2.003 posti a sedere.

Nei primi anni ottanta, si sono eseguiti altri lavori di adeguamento e rinnovamento agli impianti tecnici, al palcoscenico, ai sistemi di sicurezza e all’arredo interno. In questa occasione lo spazio del Ridotto è stato interessato da lavori di trasformazione radicale su progetto dell’architetto Aldo Vezzali. Negli anni 2000 venne più volte indetta un’asta pubblica per vendere il teatro in modo da finanziare il nuovo principale grande teatro della città, il Parco della musica e della cultura. La demolizione dl teatro è iniziata nel 2021 e l’attività lirica e sinfonica è passata al nuovo Teatro del Maggio Musicale.