Attilio Piovano, Il tatuaggio della farfalla
Gremese Editore, 205 pagine, 2024
È ormai appurato che quando i musicologi scrivono “per divertimento” amano immergersi negli abissi della psiche umana o nelle più efferate vicende delittuose.
È successo con Franco Pulcini, indiscusso esperto di Leoš Janáček e Dmitrij Šostakovič, con la serie Delitto a… formata ad oggi da Delitto alla Scala e Delitto al Conservatorio, in attesa forse di diventare un trittico con un delitto nel mondo del balletto… Ma anche con Laura Cosso, che dopo saggi su Berlioz e il Romanticismo francese è arrivata alla sua prima escursione nella narrativa con La vita terrena, una complessa vicenda con personaggi le cui vite si annodano in sofferti legami famigliari.
Ora è la volta di Attilio Piovano, docente di conservatorio e musicista che con Il tatuaggio della farfalla – dopo saggi su Maurice Ravel e Igor’ Stravinskij – scrive il suo sesto romanzo. Un libro che ruota attorno alle figure di Francesca e Flavia, due donne trentacinquenni la cui conflittuale relazione e i cui tormentati destini sembrano misteriosamente se non addirittura morbosamente legati. Due donne dalla complessa e contradditoria psicologia: Francesca in preda a moti d’ira, «quei tanti che da sempre punteggiavano la sua esistenza: costantemente in bilico tra momenti di euforica eccitazione (sempre più rari a dire il vero) e abissi di depressione, dominati da un dolore sordo e cupo, che talora potevano protrarsi per giorni, settimane addirittura, e parevano spingerla inesorabilmente verso il baratro»; Flavia enigmatica figura sempre con lo stesso «vestitino azzurro chiaro e a tracolla una borsa di stoffa; in testa un largo cappello di paglia un po’ fuori moda che in parte ne occultava il viso, con un nastro bleu marin. Un paio di semplici infradito in gomma intonati peraltro col colore del vestito», e un tatuaggio di farfalla sul collo…
Ambientata in due città iconiche come Venezia e Lisbona, la storia delle due artiste, la prima fotografa e la seconda decoratrice di azulejos, segue sviluppi drammatici e tormentati. La scrittura precisa e scorrevole dell’autore induce a divorare le pagine di una vicenda coinvolgente in cui anche la musica è presente: nella figura di Ravel, il compositore preferito dalle due donne; di una capricciosa pianista Lituana; e di Jean-Marie Leclair e del suo violino macchiato di sangue. Un altro dettaglio macabro che fa prevedere l’inaspettato cruento finale di questo appassionante romanzo.
⸪
