Sophie Reyer, Tod bei den Salzburger Festspielen (Morte al Festival di Salisburgo)
236 pagine, luglio 2025
Jedermann e l’uomo che morì due volte
Nel cuore dello splendore austro-mondano degli anni ’30, Sophie Reyer ci propone un affresco ricco, illuminato e oscuro insieme: il palcoscenico è quello del Festival di Salisburgo del 1937, la cornice un mondo che vive la sua ultima spensieratezza prima della tempesta.
Un crimine scuote tutto: l’attore destinato a impersonare la figura della Morte nello spettacolo-cult Jedermann viene assassinato, anche il sostituto viene fatto fuori, e malgrado ciò il regista – incarnato dal magistrale Max Reinhardt – pretende che lo show continui.
Reyer ha l’abilità di coniugare il genere del giallo storico con una sensibilità verso le figure dimenticate: al centro sta infatti la figura di Else Heims, attrice berlinese, prima moglie di Reinhardt, protagonista di una vita che la storia ha solo sfiorato. Il romanzo agisce su due piani: da un lato la tensione del delitto, dall’altro il ritratto di una donna che rifiuta di essere solo pedina in un mondo teatrale dominato da uomini, e che in questo contesto diventa – suo malgrado – esca e combattente.
La scrittura di Reyer è elegante e segnata da un tocco ironico che alleggerisce il tono senza tradire la gravità storica: si respira l’aria opprimente dell’Austria che sta per cambiare, la serpeggiante ombra antisemita (l’Anschluss dell’Austria alla Germania nazista avverrà nel novembre 1938), il turbine del successo e dell’autodistruzione. Ogni pagina vibra delle luci di scena, dei compromessi che accompagnano le star dell’epoca, così come del rumore sordo della storia che incalza.
La perfetta ambientazione della Salisburgo del 1937 è resa con cura quasi ossessiva, i dialoghi suonano credibili, i personaggi multipli sono ben definiti. In particolare Else, figura che si emancipa dalla morsa di un mondo che la sovrasta . Il romanzo non è solo un “giallo con paillettes”, è anche una riflessione sul teatro come specchio del potere, sul ruolo della donna, sul destino che si insinua dietro le quinte.
⸪
