Bedřich Smetana, Hubička (Il bacio)
Ostrava, Národní divadlo moravskoslezské, 1 luglio 2021
(video streaming)
Felicità melodica e orchestrazione raffinata per il lavoro del compositore sordo
Nel 1924, a 100 anni dalla nascita di Bedřich Smetana, il Teatro Nazionale della Moravia-Slesia di Ostrava aveva messo in scena per la prima volta tutte le sue otto opere. All’avvicinarsi del 2024 si ripeterà l’impresa nel 200° anniversario, dichiara Jiří Nekvasil, direttore del Teatro Nazionale di Ostrava, l’unico al mondo a prepararsi per l’avvenimentio in questo modo. Il muro del diavolo (nel 2014), I Brandeburghesi in Boemia (2016) e Il segreto (2017), sono già stati messi in scena. La sposa venduta sarà presentata a Ostrava nel dicembre 2022, ma sono in programma anche Le due vedove (2022), Dalibor (2023) e una doppia rappresentazione celebrativa di Libuše nel 2024.
Ora è il momento de Il bacio. Nel 1871 fu pubblicato sul mensile Osvěta il racconto Hubička (Il bacio) di Karolína Světlá con il sottotitolo “Una storia umoristica della vita della nostra gente di montagna”. L’idea di adattare la novella a libretto d’opera fu di Eliška Krásnohorská, che per Smetana scriverà anche i testi de Il segreto (1878), Libuše (1881), Il muro del diavolo (1882) e Viola (1882). La sordità di Smetana le rese impossibile parlare di persona con il compositore, ma paradossalmente la sfortuna del musicista divenne una benedizione per la storia: esiste un carteggio superstite sulla collaborazione tra la librettista e il compositore e sebbene Krásnohorská abbia distrutto molte delle lettere, quello che rimane fornisce una visione approfondita del loro processo creativo. Anche in questo libretto, come negli altri scritti dalla Krásnohorská, i personaggi non sono giovanissimi e hanno problemi di comunicazione. La partitura non è divisa in numeri: la scrittura è senza soluzione di continuità del flusso musicale fra le diverse scene e senza divisione fra recitativi e arie. Sono molto rari i temi derivati dal repertorio tradizionale poiché quasi tutte le melodie sono state scritte ex novo da Smetana, anche se nello stile dei canti popolari boemi.
Atto I. I monti dei giganti. Il giovane Lukáš fu costretto dai genitori a sposare una donna che non amava. Ora è vedovo e corteggia Vendulka, il suo primo vero amore. Il padre di Vendulka dà loro la sua benedizione, ma avverte Lukáš che il loro matrimonio non sarà felice perché entrambi sono testardi e irascibili. Lukáš non riesce a immaginare di poter discutere con Vendulka. Tuttavia, quando il padre di Vendulka presenta la sposa a Lukáš, i due litigano subito per un bacio. Vendulka non vuole baciare Lukáš prima del matrimonio per paura di turbare la moglie defunta. La discussione continua anche dopo che tutti hanno lasciato la cerimonia. Dopo uno sfogo d’ira, Lukáš si reca in una locanda dove raccoglie un gruppo di ragazze e musicisti e li conduce a casa del padre di Vendulka. Lì, sotto la sua finestra, tutti ballano e si scatenano, prendendola in giro. Vendulka si sente imbarazzata e fugge dalla casa paterna. Corre dalla vecchia zia, Martinka, e decide che farebbe di tutto per non stare vicino a Lukáš, fino al punto di andare nei boschi di notte a fare da corriere per i contrabbandieri.
Atto II. La foresta vicino al confine. Il capo contrabbandiere Matouš guida la sua banda nel bosco di notte e mentre aspetta il suo portatore Martinka ascolta Lukáš che si sente in colpa per il suo comportamento e vaga confuso nel bosco buio. Lukáš piange sulla spalla del cognato Tomeš, che lo ha seguito per assicurarsi che non si faccia del male per la disperazione. Tomeš gli consiglia di invitare come testimoni alcuni vicini virtuosi per implorare il perdono di Vendulka. Lukáš, di buon umore, se ne va con Tomeš. Martinka si avvicina a Matouš per ritirare la merce di contrabbando. Si accorge che Vendulka è nervosa accanto a lei e capisce che è lì con Martinka solo per nascondersi. Poiché prova simpatia per Lukáš, decide di dirgli dove si trova e di condurlo lì. Martinka cerca di convincere Vendulka a riconciliarsi con Lukáš, ma lei è arrabbiata come prima. Il cottage di Martinka. Al mattino, quando Martinka e Vendulka tornano a casa, vedono Lukáš con i vicini che li aspettano. Vendulka è così commossa dalla sua visita che gli corre incontro con affetto e vuole dargli un bacio di riconciliazione. Tuttavia, lui non vuole accettare il bacio, non prima di averle chiesto perdono. Infine, si baciano appassionatamente; lì finiscono la lite e l’opera.
Krásnohorská inviò il libretto a Smetana nel novembre 1875 e insieme discussero piccole modifiche. Dopo l’esperienza con La sposa venduta e Le due vedove, Smetana conosceva il genere e Il bacio divenne la prima opera comica ceca interamente composta senza dialoghi in prosa. Opera senza balletti, ma dalla prima all’ultima nota è trasportata da ritmi di danza, melodicamente fresca e piena di tenerezza lirica e umorismo. La prima del 7 novembre 1876 al Teatro Provvisorio di Praga deve essere stata una grande soddisfazione per Smetana e una conferma che le sue capacità creative non erano state scalfite dalla perdita dell’udito. Smetana superò l’incomprensione di alcuni critici, che ridicolizzarono la disputa su un bacio come punto di partenza della trama drammatica e non compresero il tono di “balletto spensierato”. Nella Repubblica Ceca, Il bacio ha un posto popolare nel repertorio insieme a La sposa venduta.
Il maestro concertatore e direttore musicale del teatro Marek Šedivý riesce a illuminare di luce i gioielli musicali di questa partitura che è seconda solo a La sposa venduta per felicità di invenzione e raffinatezza orchestrale. Soprattutto nel secondo la scena notturna nella foresta e i contrabbandieri da operetta con i richiami di Matouš e quel suo ripetuto «Jen dál» (andiamo) creano un’atmosfera di grande magia conclusa poi dal wagneriano sorgere del sole che sembra riecheggiare l’inizio del Rheingold di sette anni prima.
Un cast di prim’ordine dà voce ai simpatici personaggi della vicenda: il timbro fresco e luminoso del soprano Veronika Rovná (Vendulka), la sicura baldanza tenorile di Martin Šrejma (Lukáš), il tono virile e bonario del baritono František Zahradníček (il padre di Vendulka), la sicura presenza scenica di Jiří Rajniš (Tomeš), e Josef Kovačič (Matouš) e della Martinka di Lucie Hilscherová.
Lo spettacolo è stato diretto da Jiří Nekvasil che si è reso conto che quest’opera non poteva essere affrontata in modo realistico o storico e ha cercato un modo per renderla più interessante ricorrendo a un teatro ingenuo e favolistica in cui c’è spazio per l’umorismo ben presente nel libretto. La scenografia di Jakub Kopecký è fondamentalmente di un neutro grigio-azzurro, con il profilo di una collina che si può abbassare per rendere oniricamente efficace il sorgere del sole, un grande pallone gonfiabile giallo che viene prima tenuto in mano da una bambina e poi trasportato da un’altra, sempre come una grande palla da ginnastica gialla, su un carrello attraverso il palco. Nel primo atto il pavimento inclinato somiglia a un enorme tavolo, attorno al quale ci sono stilizzate sedie intagliate. Ma poi improvvisamente non è più un tavolo, è un pavimento. Nel secondo atto, invece di un tavolo, ci sono panche longitudinali, con corridoi che corrono tra di loro. L’allodola canterina su un filo e che si libra su un lungo bastone fa sorridere, ma l’apice dell’ingenuità è la guardia vestita di celluloide colorata del costume di Simona Rybáková.
La produzione ha avuto un destino movimentato: dopo diverse anteprime al Teatro Antonín Dvořák, c’è stata una prima online il 1° luglio 2021 su TV NOE, cui si riferisce la registrazione trasmessa su OperaVision, e poi il 10 luglio è stata eseguita allo Smetana Litomysl. La prima effettiva è stata annunciata per il 23 settembre con replica il 25 settembre 2021.
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