Teatro dell’Opera
Roma (1880, 1928)
1700 posti
Il Teatro dell’Opera di Roma porta anche il nome Teatro Costanzi da quello del suo artefice, Domenico Costanzi, che nel 1874 fece costruire lungo la nuova via Nazionale prima l’Hotel Quirinale e poi, sul terreno confinante, il teatro d’opera che nella nuova capitale ancora mancava. L’albergo comunica ancora oggi col teatro attraverso un passaggio che garantiva la massima privacy agli artisti: da una porta in fondo al giardino dell’albergo si accede direttamente al corridoio dei palchi di prim’ordine sinistro. Progettato dall’architetto milanese Achille Sfondrini nello stile neorinascimentale allora di moda, fu inaugurato nel 1880 con la Semiramide di Rossini. Il teatro aveva allora 1100 posti.
Nel 1926 il Comune di Roma acquistò il teatro e ne assunse la gestione. Il regime fascista voleva per Roma un grande teatro di rappresentanza e nell’impossibilità, anche allora per ragioni economiche e organizzative, di provvedere all’edificazione di un nuovo edificio, era stato deciso di fare rinnovare il Costanzi da Marcello Piacentini, uno dei più stimati architetti del momento. Piacentini non avrebbe voluto accettare, avendo presentato un progetto per un nuovo teatro innovativo e non voleva ripiegare su di un lavoro di ristrutturazione, ma alla fine fu costretto ad imporsi un ulteriore radicale ripensamento delle sue ambizioni sulla possibilità di trasformazione del Costanzi, del quale aveva previsto una parziale demolizione.
Il lavoro comprendeva la costruzione del quarto ordine di palchi che venne realizzato nell’estate del ‘28, aggiunta che era stata prevista nell’originale progetto di Sfondrini che vi aveva dovuto rinunciare a causa delle sopraggiunte ristrettezze economiche. Venivano eseguite con maggiore ricchezza le decorazioni e un grandioso lampadario realizzato a Murano, il più grande d’Europa, dominava ora la sala. Il teatro era arricchito da un nuovo sipario di 80 metri quadrati, tessuto da esperte ricamatrici delle Industri Femminile Italiane con la tecnica degli antichi parati ecclesiastici, che andò distrutto in un principio d’incendio nel 1989. Venne ampliato il palcoscenico e realizzata la facciata, fatta avanzare con un portico venutosi a creare su via Viminale, oggi piazzale Beniamino Gigli, dopo la demolizione del confinante Casino degli Strozzi. Il teatro assunse il nome di Teatro Reale dell’Opera e fu reinaugurato il 27 febbraio 1928 con il Nerone di Arrigo Boito.
Fu poi eliminato l’ingresso di rappresentanza, che si affacciava sui giardini sul retro dell’hotel Quirinale, accessibile da un vicolo cieco oggi non più esistente. L’ingresso principale fu spostato a via del Viminale, ma non fu possibile, per la ristrettezza dei tempi, creare la nuova facciata sulla piazza secondo un progetto più radicale predisposto da Piacentini e rimasto tuttora inedito.
Il progetto originale di Marcello Piacentini
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