Oφcina e Paolo Fantin, Alloro-Lympha
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Biennale Arte di Venezia (parte I, Giardini)
Venezia, Giardini, 1 maggio 2022
In cerca di emozioni
Alla Biennale Arte di Venezia dominata dalla presenza femminile, tra padiglioni chiusi (Russia, per ovvie ragioni; Repubbliche Ceca e Slovacca per ristrutturazione), vuoti (Spagna, per “riallineare” di 10° i muri come quelli dei padiglioni contigui di Belgio e Olanda; Germania, per un ipotetico smantellamento e lasciare così più verde ai Giardini…), dominati dalla ipertecnologia (Giappone e Corea del sud), trasformati in incongrui padiglioni africani (USA) e operazioni concettuali molto astratte, si cercano le emozioni in quelli di Venezia (dove Paolo Fantin e Oφcina ricreano il miracolo di Archèus al Forte di Marghera) o della Danimarca (con una coppia di centauri di impressionante e straziante realismo).
Attraversato il Rio dei Giardini ed entrati nel padiglione Venezia, si incontra l’iperrealismo di Paolo Fantin e della sua installazione Alloro-Lympha, accompagnata da una citazione che illustra l’idea di cambiamento e metamorfosi nella natura e nell’arte: «Tutto cambia, nulla muore, tutto scorre e ogni immagine nasce dal movimento». Il titolo fa riferimento alle Metamorfosi di Ovidio, dove Dafne può sfuggire ad Apollo solo trasformandosi in un albero di alloro. L’opera in mostra è una metamorfosi che ha inizio nell’anima meditativa di una donna seduta in un luogo immacolato e igienizzato ma che la porta a radicarsi nella terra d’origine. Una versione moderna del mito di Dafne e Apollo che Paolo Fantin con il gruppo Oφcina immerge nelle note del brano “Laurel Drops” di Pino Donaggio.
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Uffe Isolotto, We Walked the Earth
Nel padiglione della Danimarca We Walked the Earth invita il pubblico a entrare in un mondo iperrealistico nel quale elementi provenienti dalla cultura idilliaca della vita agreste danese sono fusi con particolari fenomeni futuristici sci-fi per creare l’immaginario di un presente incerto. Occupando tutti gli spazi del padiglione, l’installazione di Uffe Isolotto presenta un dramma inedito e sorprendente incentrato su una famiglia di centauri nella loro casa, con i loro oggetti, il loro cibo. Non è così ovvio capire cosa sia successo loro e in quale mondo vivano. Un senso di inquietudine si mescola a quello di una certa pace.
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