Freitag aus Licht

     

Karlheinz Stockhausen, Freitag aus Licht

Parigi, Philharmonie, 14 novembre 2022

★★★☆☆

bandiera francese.jpg  Ici la version française

Freitag, il giorno della libertà dedicato ai bambini

Fin dagli anni ’60 Karlheinz Stockhausen aveva sviluppato un suo teatro liturgico di suoni e concetti con un approccio meta-religioso in cui la sua cattolicità assimilava con disinvolto sincretismo le religioni giudaiche, induiste, buddiste e shintoiste. Il compositore intendeva rappresentare una totalità, metafora del Dio, vissuta come un’esperienza mistica e Licht (Luce) è il frutto più ambizioso di quella ricerca, un immane ciclo di sette opere, oltre venti ore di musica, suddivise secondo i giorni della settimana. Freitag (Venerdì) è la quinta ad essere composta ed è stata l’ultima a essere messa in scena con la partecipazione del compositore: commissionata da Udo Zimmermann dell’Opera di Lipsia, fu presentata il 12 settembre 1996 con la regia di Uwe Wand e la direzione musicale e la proiezione del suono curate appunto da Stockhausen stesso.

In questa “teologia negativa” dominata dai tre personaggi di Michael, Eva e Luzifer, Freitag è opera di passaggio tra le più possentemente drammatiche Donnerstag (Giovedì) e Samstag (Sabato). Qui manca Michael – arcangelo, ma anche figura che unisce i caratteri di Cristo e di Mitra – assente in persona ma presente nel tema musicale che lo contraddistingue. La vicenda della tentazione di Eva, indotta da Ludon/Lucifero a unirsi al suo figlio Caino, è immersa in un mondo sovraccaricato di simboli eterogenei e formule esoteriche che si ripetono instancabilmente («il buio diventa luce», «il bambino senza tempo», «fiamma di candela»…) e dove il testo, per esigenze di precisione, è scritto con i caratteri dell’alfabeto fonetico internazionale – efa, lutsifɛr, dʊŋkl…

Tre sono i livelli di musica: il primo è costituito da musica elettronica d’ambiente completamente astratta; il secondo è costituito da musica concreta (Tonszenen, scene sonore) che viene mimata da 12 coppie di ballerini; il terzo consiste in un’azione scenica tradizionale (Realszenen, scene reali) rappresentata e cantata. Gli eventi del terzo livello si verificano contemporaneamente agli eventi del secondo livello. La storia è una rivisitazione del mito della creazione tratto dal Libro della Genesi: Eva è tentata di avere un’unione illecita con Caino per accelerare lo sviluppo dell’umanità. ma poiché questo non fa parte del piano di Dio, la relazione di Eva e Caino ha gravi conseguenze, ossia una guerra brutale tra figli di razze diverse. Lo schema di base del peccato e del pentimento di Eva è ripreso nell’azione delle coppie di ballerini: esse iniziano come coppie naturali, ma come risultato dello scambio di partner generano ibridi innaturali. Nel finale dell’opera, questi ibridi si uniscono in un’imponente fiamma e salgono a spirale verso l’alto.

Saluto del venerdì. Il pubblico viene accolto da una musica elettronica a 8 tracce nell’atrio, illuminato esclusivamente da candele.
Atto primo. Proposta. Eva entra da sinistra seguita da due compagni, Elu e Lufa. Ludon entra da destra e i due si salutano. Egli propone a Eva di accoppiarsi con suo figlio Caino. Eva è scettica, ma i due accettano di incontrarsi di nuovo per far conoscere i loro figli. Orchestra di bambini. Eva scende da una montagna con i suoi figli bianchi al seguito. I bambini portano con loro degli strumenti (violini, flauti, ecc.). Elu e Lufa seguono i bambini. I bambini suonano note individuali e si chiamano l’un l’altro mentre marciano. Ludon entra con i suoi figli neri, che portano tutti strumenti a percussione africani. I bambini suonano i loro strumenti e ridono mentre marciano. Ludon ed Eva si salutano nuovamente mentre i due gruppi di bambini si fronteggiano. Appare Synthibird con una tastiera nelle vicinanze. L’orchestra bianca suona per il coro nero, che si gode la musica. Eve canta con il coro e lo dirige. Elu e Lufa suonano in sottofondo, così come Synthibird. Coro dei bambini. Dopo una breve pausa, il coro nero applaude l’orchestra bianca e usa i propri strumenti per applaudire. Synthibird scompare. Ludon fa un segnale al coro nero, che inizia a cantare e a suonare i suoi strumenti a percussione africani. Synthibird appare in un altro luogo in una veste leggermente diversa e li accompagna silenziosamente. Ludon canta e fa segno a ciascuno dei 24 bambini di eseguire un assolo. Eve e i suoi figli sono incantati dall’esibizione e al termine scoppiano in applausi e fischi selvaggi. Ludon suggerisce a Eva di far suonare insieme i loro figli e lei accetta. Tutti dei bambini. Eva dà l’attacco alla prima battuta, che viene suonata solo dall’orchestra bianca. Ludon dirige la seconda battuta, che viene suonata solo dal coro nero. Eve dirige la terza e la quarta battuta, che vengono suonate sia dal coro che dall’orchestra. Ogni sezione è seguita dal silenzio. Dopo la quarta battuta, Ludon chiede gentilmente a Eve di dirigere l’ensemble e si unisce al coro per cantare. Elu, Lufa e Synthibird accompagnano. La musica viene eseguita allegramente da tutti e alla fine si ride. Eve e i suoi figli salutano Ludon e i suoi, che escono come sono entrati. Durante la loro partenza, i bambini continuano a ridere e a suonare frammenti della musica che hanno eseguito insieme. Il suono delle loro risate e della loro musica si attenua in lontananza. Consenso. Ludon entra e aspetta Eva che appare misteriosamente con Elu e Lufa. Ludon dà a Eva un talismano nero e le chiede nuovamente di accoppiarsi con suo figlio Caino. Sostiene che la loro prole aiuterà l’evoluzione dell’umanità. Eva accetta e restituisce il talismano a Ludon. Scompare con Elu e Lufa, con grande sorpresa di Ludon. Egli esce percorrendo lo stesso sentiero da cui è entrato.
Atto secondo. Caduta. La luna si riflette in un lago, anche se la luna stessa non è presente nel cielo notturno. Si sentono i suoni degli uccelli notturni. Caino, giovane e nero, entra da destra. Guarda il lago e si siede nella posizione del loto. Eva si avvicina con una barca dall’altra parte del lago. Elu e Lufa suonano lunghe note in piedi dietro di lei. Le donne indossano abiti trasparenti e la barca si ferma appena al largo. Eve si solleva il vestito mentre guadagna la riva. La barca si allontana e Evaincontra Caino. Si siede in braccio a lui, con le gambe che abbracciano i suoi fianchi. Cantano insieme mentre Elu e Lufa li accompagnano dalla barca. Eva richiama la barca e la raggiunge. Si siede dando le spalle a Caino, che guarda la barca allontanarsi. Esce a destra. Mentre la barca scompare, una terrificante voce tenorile invisibile urla: «Eve, i nostri figli!». Una striscia rossa brillante scende dal cielo, attraversa il lago e attraversa il pubblico uscendo dalla porta principale e rimane visibile. La guerra dei bambini. Si sente il suono di voci di bambini che si avvicinano da fuori scena. Cantano e gridano. I bambini bianchi entrano da sinistra indossando abiti militari e portando con sé armi giocattolo. Corrono ripetutamente verso il lato destro del palcoscenico e tornano a sinistra mentre fanno rumore con le loro armi. In un’unica corsa, escono a destra e tornano in scena combattendo contro i bambini neri, che combattono con armi più semplici (lance, archi, ecc.). La guerra raggiunge il culmine e i bambini neri sembrano sconfitti. Fanno segno di chiedere aiuto e un gigantesco rinoceronte alato entra da destra. Quattro ragazzi gli salgono in groppa e scagliano frecce contro i bambini bianchi. Il rinoceronte carica il campo di battaglia e sputa fuoco. Eva vola per proteggere i suoi figli. I bambini bianchi volano via con Eva mentre i bambini neri e il rinoceronte li inseguono fuori scena a sinistra. I suoni della battaglia si spengono. Pentimento. Eva, Elu e Lufa emergono dal lago e volano verso la riva. Eva si inginocchia nel punto in cui ha fatto l’amore con Caino. Canta facendo gesti di preghiera. Mentre canta, pensa al suo padrone (Michele) e a suo marito (Adamo). Il suo canto le procura il perdono di Dio e i tre scompaiono. Elufa. Dopo la “scena sonora” finale, Elu e Lufa entrano da sinistra mentre suonano. Parlano di ciò che è accaduto attraverso i loro strumenti. Tutte le 12 coppie guardano affascinate. A metà del loro duetto, Lufa guarda tutte le coppie e chiede: «Vi pentite?». Tutte le coppie gridano insieme: «Sì, ci pentiamo!». Spirale corale. Dopo l’uscita di Elu e Lufa, le sei coppie ibride delle scene sonore con le loro candele si riuniscono in una torreggiante forma di candela. Mentre cantano Choir Spiral, la grande fiamma che hanno creato sale in un lento andamento a spirale e scompare nel cielo.
Addio del venerdì. La musica elettronica dell’opera viene riprodotta nell’atrio mentre il pubblico esce dal teatro. L’atrio è avvolto da una fitta nebbia arancione. La musica si spegne dopo che il pubblico è uscito.
Scene sonore. (Questi eventi si svolgono contemporaneamente agli Atti I e II). Ci sono 12 coppie di partner maschili e femminili interpretati da ballerini. Ogni coppia ha una propria musica, un proprio testo e un proprio schema di rapporto sessuale che dovrebbe essere riconoscibile come tale dal pubblico. Dopo la caduta, le coppie iniziano a scambiarsi i partner: scena sonora 8: il gatto fa coppia con l’uomo, la donna con il cane; scena sonora 9: la macchina da scrivere fa coppia con l’auto da corsa, l’autista dell’auto da corsa con la fotocopiatrice; scena sonora 10: il giocatore di flipper fa coppia con il pallone da calcio, la gamba che calcia con il flipper; scena sonora 11: il razzo fa coppia con il braccio della donna, la siringa di droga sulla luna; scena sonora 12a: la matita fa coppia con la bocca della donna, il cono gelato con il temperamatite; scena sonora 12b: l’archetto del violino fa coppia con il nido, il corvo con il violino. Ogni scambio di partner è seguito dall’apparizione di una coppia ibrida in una fiamma di candela tra le altre coppie: I coppia: donna nuda con testa di cane e uomo con corpo di gatto; II coppia: macchina femminile con macchina da scrivere come seno e pilota di auto da corsa in una macchina fotocopiatrice; III coppia: flipper donna con gamba da calcio come parte inferiore del corpo e giocatore di flipper con pallone da calcio come parte inferiore del corpo; IV coppia: donna luna con siringa da droga che le trafigge il corpo e uomo razzo con braccio di donna come parte inferiore del corpo; V coppia: bocca di donna con matita e uomo temperamatite elettrico con ape a forma di cono gelato; VI coppia: donna nido con arco di violino all’inguine e uomo corvo con violoncello come parte inferiore del suo corpo. Le coppie ibride sono interpretate da vocalist che cantano insieme alla musica elettronica fino alla Spirale del Coro, utilizzando diapason per orientarsi alla giusta tonalità a causa della densità delle altre attività musicali.

A quindici anni dalla scomparsa del compositore tedesco, continua la presentazione dei lavori che compongono il ciclo da lui concepito inizialmente nel 1978 con Donnerstag aus Licht, presentato l’ultima volta alla Philharmonie nel 2021. L’ambizioso progetto era partito con Samstag aus Licht (2019, Cité de la Musique de Paris) e proseguito con Dienstag aus Licht (2020, Philharmonie de Paris). Il Festival d’Automne di Parigi et la Philharmonie riprendono questo progetto già presentato per tre sere a Lille con Maxime Pascal a capo dell’ensemble Le Balcon. Vengono impiegati due cori, quello della Maîtrise Notre-Dame di Parigi e quello di voci bianche assieme ai giovani strumentisti del Conservatorio di Lille. Per il suono e la sua elaborazione elettronica è impegnata una mezza dozzina di specialisti, quasi altrettanti si occupano della realizzazione e programmazione degli automi. A tutto questo sono da aggiungere tre solisti vocali e due strumentisti in scena.

Come le altre del ciclo, si tratta di un’opera per la quale il compositore ha immaginato un universo totale in cui non solo i suoni e le parole, anche i gesti, i movimenti e gli elementi scenografici sono predeterminati. Un compito arduo per chi lo deve mettere in scena: più che un lavoro tradizionale di drammaturgia, qui è richiesto un lavoro di interpretazione. La regista Silvia Costa è partita dalla comprensione del linguaggio musicale: «ascoltare dunque i suoni per immaginare l’estetica, rendere visibile la musica, metterla in luce per creare delle forme». Come la partitura anche la scena è strutturata in due livelli, ognuno corrispondente a un tipo di scena. Le Realszenen, quelle che costituiscono la narrazione, si svolgono al livello inferiore, quello più vicino al pubblico; le Tonszenen prendono posto sul livello più alto, un Olimpo abitato dai dodici oggetti – umani, animali e macchine – che si uniscono per far nascere esseri immaginari e mostruosi. I bambini sono al centro di questa operazione e sostituiscono i danzatori originariamente previsti occupando tutti gli spazi disponibili con i loro abitini bianchi o neri e il loro confronto (Kinder-Krieg) provoca un’esplosione di colori come nella Holi, la festa religiosa indiana che celebra la rinascita. La dicotomia bianco-nero, umano-animale, orchestra-coro, tentazione-pentimento è spezzata grazie proprio dalla presenza dei bambini ai quali è dedicato questo Frei-tag, giorno della libertà. Il colore dominante dell’opera è l’arancio, quelli secondari sono il verde chiaro e il nero brillante; l’elemento è la fiamma della candela che brucia lentamente; il metallo il rame.

L’ingresso del pubblico è accompagnato dal Freitag-Gruss (saluto), un continuo di musica elettronica dalle altezze micro-tonali che inducono interferenze (battimenti), rallentamenti, accelerandi, espansioni, contrazioni, pulsazioni isoritmiche, tutto un vocabolario sonoro che costituisce il primo livello sonoro. Per ragioni di sicurezza le previste fiamme delle candele sono surrogate da una nebbiolina color arancione che accoglie gli spettatore nella grande sala. (Tutti i 2400 posti sono occupati e nessuno lascia l’auditorium prima della conclusione delle tre ore si spettacolo!). Non c’è la buca dell’orchestra e gli unici strumenti visibili sono quelli dei due personaggi, Elu e Lufa, corno di bassetto e flauto, che accompagnano Eva, il soprano Jenny Daviet, cantante di grande espressività che incanta per la facilità con cui supera tutti gli ostacoli dovuti alle note sopracute richieste dalla partitura. Nei duetti strumentali si fanno ammirare le bravissime Iris Zerdoud (corno di bassetto) e Charlotte Bletton (flauto). Due sono le voci maschili ed entrambe gravi: quella del baritono Halidou Nombre (Caino), impegnato in un sensuale duetto che imita l’accoppiamento con Eva, e il basso Antoin HL Kessel, subdolo Ludon/Lucifero. I figli di Eva, vestiti di bianco, compongono l’orchestra di flauti e clarinetti, quelli di Ludon, vestiti di nero, il coro di voci bianche.

Sul secondo livello avvengono le scene sonore: qui le dodici coppie di ballerini sono sostituite dalla presenza di bambini e di oggetti più o meno animati. Silvia Costa ha riprodotto le richieste di Stockhausen con una fedeltà che sfocia in una certa ingenuità con quegli automi (il cane, il gatto, la macchina…), oggetti (cono gelato, fotocopiatrice, flipper…) e personaggi umani (braccio, gamba, bocca…) che vengono presentati in una sequenza di accumulo che fa un po’ l’effetto della vecchia filastrocca «Nella vecchia fattoria ia-ia-o» dove i suoni degli animali di tutte le strofe precedenti si aggiungono a ogni strofa successiva fino al bailamme finale. Un tocco comico che non credo fosse nelle intenzioni del compositore, così come il finale indeciso tra Fellini e Halloween con i vari ibridi che intonano il coro conclusivo. Non c’è stato però il rinoceronte alato che sputa fuoco e calpesta i figli di Eva previsto al secondo atto.

Solo agli entusiastici applausi finali compare, in camice bianco, Maxime Pascal, che ha gestito fuori scena questa cerimonia sonora, questo flusso ipnotico di ripetizioni, salmodie, frasi rimbalzanti da un blocco all’altro, dai solisti ai cori.

L’anno prossimo tocca a Sonntag (Domenica) e sarà seguito poi da Mittwoch (Mercoledì). Il ciclo si concluderà con Montag (Lunedì) nel 2025.