Platée

Jean-Philippe Rameau, Platée

Praga, Narodni Divadlo, 23 novembre 2024

★★★★☆

(video streaming)

Non così frequente il barocco a Praga 

280 anni e non dimostrarli! Irriverente, sarcastica, camp! Destinata alle nozze del delfino di Luigi XV di Francia con Maria Teresa d’Asburgo il 31 marzo 1745 a Versailles, Platée non fu ritenuta appropriata alla circostanza – ma guarda… – e Rameau dovette aspettare quattro anni per poterla vedere rappresentata sulle scene dell’Opéra di Parigi il 9 febbraio 1749 in una revisione in collaborazione col librettista Ballot de Sauvot.

La straordinaria modernità di questo ballet bouffon ha spinto i registi della nostra epoca (Laurent Pelly, Mark Morris, Robert Carsen, Jetske Mijnssen, Louisa Muller…) a metterla in scena in abiti moderni e lo stesso fanno Martin Kukučka e Lukáš Trpišovský, che si firmano SKUTR, per il Teatro Nazionale di Praga, quindi anni dopo l’ultimo titolo barocco e 25 dopo l’ultimo Rameau. I due registi sono riusciti a ricreare l’umorismo e lo spirito dell’opera in un allestimento che coniuga la tradizione barocca con l’eccellenza artistica contemporanea. Uno spettacolo che la Frankfurter Allgemeine Zeitung ha annoverato tra i 10 migliori dell’anno.

Piena di divertenti trovate, la regia prende spunto dall’occasione celebrativa, le nozze del Delfino, per ambientare il Prologo durante un vivacissimo pranzo di nozze. Ed è qui che vediamo entrare in scena un piccolo rettilario da cui viene estratta la ranocchia che sarà la vittima della crudele burla con cui Giove vuole punire la gelosia della moglie Giunone. L’ambiente del rettilario diventerà a grandezza reale dei tre atti successivi nella scenografia di Jakub Kopecký, che cura anche le luci. Fantasiosissimi i costumi di Simona Rybáková e spigliata la recitazione degli interpreti tutti appartenenti al Teatro Nazionale e i cui nomi sono poco conosciuti al di fuori dei confini della Repubblica Ceca ad eccezione di Shira Patchornik, acrobatica Folie oltre che Thalia. Eccoli: Lukáš Zeman agile Momus; Ruairi Bowen ironico Thespis/Mercure; Tomáš Šelc è Satyre e Cithéron; Pavla Radostová L’Amour/Clarine; Pavol Kubáň Jupiter; Michaela Zajmi Junon. E poi ovviamente Marcel Beekman che consolida il successo personale già ottenuto al Theater an der Wien cinque anni fa quale batrace protagonista. 

Il direttore d’orchestra Václav Luks porta la sua esperienza nella musica antica alla guida del suo ensemble barocco Collegium 1704 con buoni risultati: Luks restituisce alla partitura geniale e innovativa di Rameau il suo carattere brillante e vivace. Ottima la performance canora del coro Collegium Vocale 1704, la sezione corale dell’ensemble di Luks. Una menzione speciale la meritano poi gli otto danzatori del Balletto dell’Opera del Teatro Nazionale negli intermezzi di danza coreografati da Jan Kodet con grande senso del ritmo, fluidità di movimenti e ironia.