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William Shakespeare, Amleto
Regia di Valerio Binasco
Fonderie Limone, Torino, 2 maggio 2019
Un Amleto lineare
Un Amleto come da tempo non viene messo in scena in Italia quello di Valerio Binasco: non una “rilettura”, una “decostruzione”, un “montaggio di materiali”, un “adattamento”, una “trasposizione”, ma una fedele drammatizzazione di quasi tutti i versi della più lunga tragedia scespiriana. La traduzione di Cesare Garboli, usata da Carlo Cecchi nel’98 quando Binasco interpretò Amleto, e l’aggiunta di alcune parolacce – che fanno tanto ridere il pubblico – assieme ai costumi attualizzano la vicenda: il racconto di un giovane devastato da una terribile condizione di lutto, come la definisce il regista.
Il grande palcoscenico delle Fonderie Limone è vuoto, cassa di risonanza dei personaggi. Ben 37 quelli previsti, qui opportunamente ridotti e affidati a una compagnia che si è formata proprio con questo spettacolo tanto di identificarsi come Lemon Ensemble! Dodici attori con più ruoli, inizialmente sotto tono, poi sempre più intensi in un crescendo emotivo molto ben costruito dal regista. Se è doveroso citare Gabriele Portoghese (Amleto), Michele di Mauro (il re), Mariangela Granelli (la regina), Giulia Mazzarino (Cordelia) e Christian di Filippo (Orazio), una menzione speciale merita Nicola Pannelli, efficacissimo Polonio e poi becchino. Ma anche tutti gli altri caratterizzano al meglio i personaggi loro assegnati.


⸪