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Calibano, l’Opera e il mondo
128 pagine, numero zero, gennaio 2023
L’opera continua a raccontare anche oggi i grandi temi che ci riguardano
L’Opera di Roma ha deciso di creare una rivista che non sia strumento di promozione e diffusione delle sue attività, bensì mezzo di riflessione, approfondimento e dibattito prendendo lo spunto dagli spettacoli programmati dal teatro. «Viviamo tempi in cui troppo spesso si tende a banalizzare o semplificare fenomeni complessi. E invece la complessità va affrontata senza remore nella sua sfaccettata e talora anche ambigua ricchezza. Perché la scelta di un titolo o la scelta di un allestimento di quel titolo, oggi più di ieri, ha il senso di proposta progettuale e deve fare i conti con la necessità e la responsabilità di uno sguardo aperto e attento a tutte le sensibilità contemporanea. Perché bisogna osare, bisogna avere il coraggio di affrontare i problemi del nostro tempo piuttosto che sfuggirli o evitarli nel neutro tuo silenzio delle scelte più comode. Perché il pubblico deve interrogarsi con noi.perché il teatro è il luogo dove nascono tante domande e si ragiona (meglio se insieme) sulle risposte possibili» scrive il sovrintendente Francesco Giambrone.
In controtendenza alla resa ormai generale agli strumenti e alla comunicazione on line, la scelta di una rivista cartacea implica una scelta coraggiosa, ossia la creazione di uno spazio affascinante per ragionare insieme e per interrogarsi sulle scelte di programmazione di un teatro, scelte dettate dalla esigenza di proporre al pubblico temi di riflessione legati al nostro tempo. Nelle parole del direttore Paolo Cairoli: «Vogliamo fermarci. Per una volta vogliamo rallentare, approfondire e, perché no studiare. E vogliamo invitarvi a farlo insieme a noi. Allargando un po’ i confini e spingendoci più in là di quello che già sappiamo e pensiamo di un’opera, sfruttando quei temi e quelle idee con cui il teatro e la musica ci mettono a confronto. Ogni sei mesi circa produrremo quindi un volume, che sfiori anche solo tangenzialmente un nostro spettacolo. Un’occasione per scavare un po’ lì intorno. Agganciandoci alla nostra nuova produzione di Aida e alla problematica del blackface che oggi inevitabilmente essa porta con sé, abbiamo scelto di iniziare parlando di razzismo».
Questo numero zero ospita dunque interventi sull’argomento di vari autori (Neelam Sricastava, Sandro Portelli, Andrea Peghinelli, Ilaria Narici, Daniele Cassandro, Costanza Rizzacasa, Marialaura Agnello, Enrico Ferraris, Paolo Pecere…) illustrati da immagini digitali generate con tecnologia Text To Image, un software di intelligenza artificiale che elabora figure dopo che gli sono state fornite delle parole chiave o brani contenuti nel testo. Credo sia la prima volta che una rivista italiana utilizza un metodo di questo tipo. Un ulteriore motivo di interesse per questo inedito prodotto editoriale.
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