Calibano

Calibano, l’Opera e il mondo

142 pagine, numero due, novembre 2023

Mefistofele, postumano

«Egli vorrebbe quasi | trasumanar e nulla scienza al cupo | suo delirio è confine» dice Mefistofele di Faust, deridendone il desiderio di trascendere la finitudine dell’essere.

Un modo di «trasumanare» è riuscito al «postumano», a cui è dedicato il terzo numero (quindi il 2) di Calibano, la rivista dell’Opera di Roma che prende ogni volta l’occasione di un suo titolo in cartellone per approfondire un argomento.  In questo caso si parte dal Mefistofele di Arrigo Boito.

Nelle pagine della pubblicazione, illustrata come il solito dalle intriganti/inquietanti immagini create da un programma di intelligenza artificiale, sono numerosi e rilevanti gli interventi, tra cui quello di Serena Guarracino, “Trasumanare. Faust, Frankenstein e loro successori: prometei moderni nel segno del postumano” in cui si indagano le implicazioni filosofiche dell’argomento, o quello di Giuliano Danieli su “Opera e postumano”, ossia dei personaggi e dei soggetti dei libretti d’opera legati al mito di Faust nelle sue varie declinazioni – ed ecco il Doktor Faust di Busoni, L’affare Makropulos di Janáček con la sua ultracentenaria protagonista o il recente Frankenstein di Mark Grey – o anche della messinscena – e qui vengono citati gli spettacoli de La Fura dels Baus.

L’utilizzo dell’immagine (ologramma) o della voce di un artista che non c’è più è l’ultima tendenza: in 7 Deaths of Maria Callas di Marina Abramović la voce registrata della cantante crea un’apparizione fantasmatica che si confonde con la performer stessa. «Il fatto che proprio la figura di Maria Callas, simbolo per eccellenza dell’arte lirica, abbia ispirato esperienze come queste la dice lunga su quanto forte sia il potenziale postumano dell’opera. Non è escluso che i nuovi supporti tecnologici e l’affinamento dell’intelligenza artificiale e dell’universo digitale potranno un giorno permettere a un avatar di Callas di impersonare nuovi lavori, cantare nuove opere: le potenzialità della realtà aumentata, della realtà virtuale e soprattutto del metaverso applicati all’opera appaiono ancora per lo più inesplorate, promettenti e inquietanti a un tempo».