Ariodante

 

Georg Friedrich Händel, Ariodante

Parigi, Palais Garnier, 27 maggio 2023

★★★★☆

(video streaming)

Il regale Händel di Carsen

Nel 2024 si celebrano i 550 anni dalla nascita di Ludovico Ariosto, forse l’autore più celebre ed influente del Rinascimento. A lui si deve la nascita della commedia con Cassaria e I suppositi, che recuperano gli elementi del teatro classico latino, e la creazione del maggior poema cavalleresco, l’Orlando furioso, prima opera di un autore non toscano nella quale viene usato il toscano come lingua letteraria nazionale. 

Nel Canto V Dalinda, la damigella di Ginevra figlia del re di Scozia, racconta a Rinaldo la sua storia. Aveva un amante, Polinesso, «Crudele Amore, al mio stato invidendo, | fe’ che seguace, ahi lassa! gli divenni: | fe’ d’ogni cavallier, d’ogni donzello | parermi il duca d’Albania piú bello». Polinesso le aveva chiesto di fare di tutto per realizzare il suo matrimonio con Ginevra e diventare re, ma la principessa era già innamorata del prode Ariodante. Polinesso era riuscito con la frode a mettere in cattiva luce Ginevra la notte prima delle nozze e Ariodante aveva deciso di uccidersi gettandosi da una rupe per il troppo dolore suo fratello Lurcanio a quel punto si era appellato al re per punire Ginevra. Sentita tutta la storia, Rinaldo parte per Saint Andrews, città dove risiede la corte reale scozzese, e qui fa sospendere dal re un combattimento di Lurcanio con un altro guerriero: narrato l’inganno alla corte, sfida a duello Polinesso e lo uccide, liberando Ginevra dalle accuse. Il re nel premiare Rinaldo chiede anche l’identità dell’altro cavaliere. Nel Canto VI si scopre che dietro l’elmo vi è Ariodante! Questi infatti si era gettato sì dalla rupe, ma era sopravvissuto e aveva raggiunto a nuoto il lido e dopo lunghe riflessioni aveva deciso di difendere l’amata dall’accusa mossa dal suo stesso fratello. Il re, avuta testimonianza dell’amore del prode per sua figlia, decide di farli sposare e, su consiglio di Rinaldo, proscioglie dalle accuse anche Dalinda. Mentre nel poema il «secreto amoroso gioco» di Dalinda e Polinesso continua «per molti giorni e mesi», nell’economia del libretto del Salvi tutto avviene in una notte. Fra i personaggi manca Rinaldo, a cui però Händel aveva dedicato 25 anni prima la sua opera più famosa.

Ariodante inaugurò il nuovo Royal Theatre at Covent Garden nel 1735 e la sua complessità è testimoniata dalla mole di numeri musicali, ben 57 comprendenti arie, duetti e i momenti puramente strumentali delle sinfonie e dei balli. Anche la rinomanza dei cantanti della prima testimoniano dell’importanza del lavoro: l’osannato castrato Giovanni Carestini fu Ariodante, il soprano Anna Maria Strada del Pò Ginevra, il soprano Cecilia Young Dalinda, il contralto Maria Caterina Negri Polinesso. Dopo le iniziali 11 repliche Ariodante fu ripresa da Händel nella stagione successiva per poi scomparire dai cartelloni fino al 1926, in un revival a Stoccarda, ma il suo ingresso nel repertorio moderno si deve a Janet Baker e al direttore Anthony Lewis con le due rappresentazioni a Birmingham nel 1964. Da allora appare non raramente nei festival e nei teatri d’opera. Le registrazioni video disponibili sono quelle delle produzioni di Bolton/Alden (English National Opera nel 1996), Curtis/Pascoe (Complesso Barocco al Festival di Spoleto del 2007) e Capuano/Loy (Les Musiciens du Prince al Festival di Salisburgo del 2017).

In questo elenco non poteva mancare il nome prestigioso di Robert Carsen che presenta la sua lettura all’Opéra National di Parigi in coproduzione col Metropolitan Opera House di New York. A pochi giorni dall’incoronazione del nuovo re Carlo III e della regina Camilla, il regista canadese approfitta dell’occasione per fare riferimento agli attuali Windsor nell’ambientazione del suo Ariodante. Il verde è il colore dominante nella scenografia di Luis F. Carvalho e di Carsen, che ricreano il castello di Balmoral in Scozia, nei sontuosi costumi ancora di Carvalho e nei tartan dei kilt, delle tende, delle passatoie. Efficacissimo come sempre il gioco luci di Peter van Praet e di Carsen stesso. Il coreografo Nicolas Paul riesce magistralmente nell’impresa di trasformare le musiche di Händel in impeccabili danze scozzesi. 

Piena di gustosi particolari la lettura di Carsen: i cervi che si affacciano alle porte del palazzo sono poi prede di caccia e ne vediamo i trofei nelle sale del castello, ma gli stessi cacciatori diventano a loro volta prede dei paparazzi con le loro foto sui tabloid; il personaggio di Polinesso acquista un più di malvagità dal fatto che è cleptomane; argute le danze dove nell’“entrée des songes agréables” i ballerini sono copie di Ariodante mentre in quella “des songes funestes” sono copie di Polinesso che fanno sadicamente il ballo delle spade sul corpo della povera Ginevra. Inatteso e ironico il finale: i quattro giovani innamorati si cambiano d’abito e in jeans e maglietta partono per le vacanze lasciando il castello all’invasione dei turisti che ammirano le statue di cera con le fattezze dei veri reali.

Alla testa dell’English Concert uno specialista di questo repertorio, Harry Bicket, concerta con gusto e precisione ma senza particolari voli pindarici. Le voci sulla scena sono quelle del mezzosoprano canadese Emily d’Angelo nella parte del titolo, eccellente stilista e interprete sensibile; Olga Kulchynska è una Ginevra che si getta nel ruolo con passione e sicuri mezzi vocali; Tamara Benjesevic è una Dalinda fresca e a suo agio nelle colorature affidate al suo personaggio; Matthew Brook è un Re dalla voce un po’ affaticata e dizione approssimativa ma sicura presenza scenica; l’ottimo tenore Eric Ferring in barba rossiccia è Harry, pardon Lurcanio, mentre quella canaglia di Polinesso chi è se non Christophe Dumaux, che conferma la sua spiccata personalità in questo rôle fétiche.  Infine un italiano, Enrico Cesari, si fa notare positivamente come Odoardo.

Per idee e realizzazione la regia di Carsen è da manuale, così perfetta da risultare un po’ fredda, «plus plastique qu’émouvant» scrive infatti la critica di Diapason. La registrazione video dello spettacolo è disponibile sul sito dell’Opéra National.