La moglie di Frankenstein

La moglie di Frankenstein

drammaturgia di Rosa Mogliasso

regia alTREtracce e Sax Nicosia

Torino, Teatro Baretti, 23 maggio 2018

Costruzione di una femmina

In attesa del remake hollywoodiano del classico Bride of Frankenstein, gothic horror del 1935, al Teatro Baretti ritorna lo spettacolo che due anni fa rileggeva teatralmente il film di James Whale che fu un sequel del più famoso Frankenstein del 1931.

Al mezzo filmico si ispira la sequenza iniziale, con il gioco di ombre in bianco e nero e acconcia colonna sonora di pioggia e tuoni, per portarci in un cimitero dove avviene il trafugamento di cadaveri da parte del solito scienziato più o meno pazzo, interpretato qui da Sebastiano di Bella. Entrati nel laboratorio, scopriamo che l’esperimento di collage di pezzi di corpi – “spezzatino di cadaveri” verrà poi definito  – riesce perfettamente, a parte il leggero difetto di una creatura anche troppo ciarliera nelle intenzioni del suo creatore.

Tra ironia e humour nero veniamo a contatto con le moderne ossessioni per la bellezza e la giovinezza a tutti i costi, ma come l’Elina Makropulos di Čapek, anche la signora F. è stufa della sua bellezza, della sua immortalità, cui manca però “un’infanzia normale”. In un esilarante monologo si lamenta anche della fiamma della passione a cui il suo creatore non ha saputo dare sufficiente risposta.

Se la pettinatura si rifà a quella di Elsa Lanchester del film originale e anche l’abito è simile, qui il corpo è quello maschile di Sax Nicosia per evidenziare l’artificialità di un essere costruito pezzo dopo pezzo. L’attore si cala perfettamente nella parte e il gioco di espressioni vocali e gestuali – mirabile il gioco delle mani – costruisce con sapienza il perturbante “mostro” che tanto ci rispecchia.

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