Elvio Giudici, L’Ottocento, Volume secondo: Verdi e Wagner
2018 Il Saggiatore, 1704 pagine
La stazza dei volumi de L’opera Storia, teatro, regia cresce in progressione quasi geometrica. Nella seconda parte dell’Ottocento 1000 pagine sono dedicate a Verdi e 700 a Wagner, i due compositori massimi del teatro musicale del XIX secolo.
Per rendersi conto dell’ampiezza del lavoro del Giudici basti notare che al Don Carlos di Verdi sono dedicate oltre cento pagine e oltre duecento al Ring di Wagner. Decine e decine di DVD scrutati con occhio e orecchio attenti, allestimenti che hanno fatto epoca o soltanto scalpore, ma come dice l’autore «Non è certo un caso se, in epoca recente, le regie meno banali del teatro musicale abbiano riguardato Mozart, Händel, Wagner, Verdi. Autori, cioè, tra i più decisi a porre l’uomo […] al centro dei loro interessi artistici».
Continua il Giudici: «L’opera è tutt’ora un campo artistico tra i più moderni non solo perché fa ascoltare musiche spesso straordinarie, ma perché le molte stratificazioni di cui si compone – lungi dall’appesantirla o limitarla – aprono un ventaglio potenzialmente molto ampio ove dibattere e quindi anche proporre idee sociali, politiche, culturali tutte inerenti alla complessa e multiforme realtà umana. In ambiti siffatti Verdi torreggia».
Verdi e Wagner inscenano la realtà lasciando a uomini e dèi il compito di parlarci del nostro presente. L’opera è sempre attuale.
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