Il primo omicidio

Jules-Élie Delaunay, La mort d’Abel, 1856

Alessandro Scarlatti, Cain o Il primo omicidio

Montpellier, Opéra-Comédie, 6 marzo 2021

(video streaming)

Il primo cattivo

In seguito al decreto papale del 1698, che bandiva le rappresentazioni dai teatri della città, il genere dell’oratorio sacro faceva furore nei palazzi della nobiltà romana, mentre a Venezia non era così diffuso. Si spiega così l’invito del Cardinale Grimani al compositore siciliano Alessandro Scarlatti a soggiornare nella città lagunare dove due sue opere, il Mitridate Eupatore e Il trionfo della libertà, furono messe in scena al San Giovanni Grisostomo, teatro di proprietà dei Grimani. Parimenti era nato l’oratorio sacro in volgare Cain o Il primo omicidio su testo di Antonio Ottoboni, presentato nel gennaio 1707.

Parte prima. Dopo la cacciata dal paradiso, Adamo si incolpa della disgrazia della sua famiglia. Ha agito troppo ingenuamente per amore. Anche Eva soffre di sensi di colpa e accetta la punizione di Dio. Abele cerca di confortare i suoi genitori facendo riferimento alle sue offerte con le quali vuole placare Dio. Caino si sente provocato da questo, poiché dovrebbe essere suo diritto come primogenito offrire questi sacrifici. Abele chiede loro di risolvere la loro disputa. Entrambi dovrebbero fare i sacrifici, ma più efficace dei doni è un cuore contrito. Eva chiede ai due figli di mettere i loro doni sulla rispettiva pira e chiede a Dio di accettare i sacrifici. Quando lo fanno, la fiamma dell’olocausto di Abele si accende con forza, quella di Caino, invece, è «densa, caliginosa» (1). Profondamente deluso, Caino giura vendetta su suo fratello. Adamo ed Eva notano l’apparizione di Dio e li invitano ad ascoltare i suoi comandamenti in umiltà. Dopo un interludio solenne, la voce divina annuncia che il sacrificio di Abele è stato accettato e consiglia Abele di educare i suoi discendenti alla pietà. Eva e Adamo sottolineano queste parole: non vanno intese come consigli, ma come comandamenti. La voce di Lucifero invita Caino a far valere il suo diritto e a uccidere Abele. Caino si adegua e per raggiungere il suo obiettivo, finge amicizia con suo fratello. Caino lo invita insidiosamente a visitare i suoi campi. Abele chiede a suo fratello di aiutarlosu un sentiero pericoloso. Entrambi cantano la loro armonia fraterna.
Parte seconda. Caino e Abele si riposano presso un ruscello e si godono la natura. Quando Abele si addormenta, Caino coglie l’occasione e lo uccide. La voce di Dio affronta Caino e lo maledice. D’ora in poi sarà disprezzato da tutti gli uomini. Caino accetta la punizione, ma fa notare che non vivrà a lungo, perché qualcuno lo ucciderà presto e chiede a Dio una vita espiatoria o una morte rapida. Dio risponde che lo proteggerà dagli atti di violenza con un marchio sulla sua fronte. La vita stessa dovrebbe essere la sua punizione. Nella sua disperazione, Caino non sa più se vuole vivere o morire. Un interludio cupo annuncia l’apparizione di Lucifero, che incoraggia Caino e lo loda per la sua azione: il suo potere poteva eguagliare quello di Dio. Caino non risponde, accetta la sua colpa e dice addio ai suoi genitori. Eva e Adamo sentono che qualcosa non va. Si preoccupano dei loro figli. La voce di Abele li informa dell’atto di Caino e chiede loro di non piangere la sua morte, poiché il paradiso è certo per lui. Tuttavia, Eva piange i suoi due figli – quello scomparso e quello ucciso. Anche Adamo li piange entrambi. Uno era innocente, ma l’altro è anche suo figlio. Ciononostante, accetta ciò che è successo come volontà divina e come esempio di avvertimento per gli altri. Chiede a Dio più discendenti perché dal suo sangue nasca un giorno il Redentore. Dio gli promette questo e aggiunge che il suo amore non si perderà. Lui stesso, il disprezzato, diventerà il Redentore. Eva e Adamo guardano al futuro promesso.

La struttura musicale della prima parte evidenzia la regolare sequenza breve recitativo-aria, interrotta solo da pezzi strumentali che introducono gli interventi della voce divina e di Lucifero. Più libera la sequenza della seconda parte, quella della scena dell’omicidio.

Parte prima.
Introduzione. “Figli miseri figli”, recitativo. “Mi balena ancor sul ciglio”, aria (Adamo)
“Di Serpe ingannator perfida frode”, recitativo. “Caro sposo, prole amata”, aria (Eva)
“Genitori adorati”, recitativo. “Dalla mandra un puro agnello”, aria (Abel)
“Padre questa d’Abele forz’è che sia”, recitativo. “Della Terra i frutti primi”, aria (Caino)
“Figli cessin le gare”, recitativo. “Più dei doni il cor devoto”, aria (Adamo)
“Disposto o figli e grave il sacrificio”, recitativo. “Sommo Dio nel mio peccato”, aria (Eva)
“Miei Genitori, oh come dritta ascende”, recitativo. “Dio pietoso ogni mio armento”, duetto (Abel, Caino)
“Figli balena il Ciel d’alto splendore”, recitativo (Eva, Adamo)
Sinfonia. “Prima imagine mia, prima fattura”, recitativo. “L’olocausto del tuo Abele”, aria. “Ne’ tuoi figli, e nipoti”, recitativo (Voce di Dio)
“Udiste, udiste, o figli”, recitativo. “Aderite”, aria (Eva, Adamo)
Sinfonia. “Cain, che fai, che pensi?”, recitativo. “Poche lagrime dolenti”, aria (Lucifero)
“D’ucciderlo risolvo, il core affretta”, recitativo. “Mascheratevi o miei sdegni”, aria (Caino)
“Ecco il fratello, anzi il nemico”, recitativo. “La fraterna amica pace”, duetto. “Sempre l’amor fraterno è un ben sincero”, recitativo (Abel, Caino)
Parte seconda.
“Fermiam qui Abele il passo”, recitativo. “Perché mormora il ruscello”, aria (Caino)
“Ti risponde il ruscelletto”, aria. “Or se braman posar la fronda, e’l rio”, recitativo (Abel)
“Più non so trattener l’impeto interno”, recitativo (Abel, Caino). Sinfonia
“Caino dov’è il fratello? Abele dov’è?”, recitativo (Voce di Dio, Caino)
“Or di strage fraterna il suolo asperso”, recitativo. “Come mostro spaventevole”, aria (Voce di Dio)
“Signor se mi dai bando”, recitativo. “O preservami per mia pena”, aria (Caino)
“Vattene non temer; tu non morrai”, recitativo. “Vuò il castigo, non voglio la morte”, aria (Voce di Dio)
“O ch’io mora vivendo”, recitativo. “Bramo insieme, e morte, e vita”, aria (Caino)
“Codardo nell’ardire, e nel timore”, recitativo. “Nel poter il Nume imita”, aria (Voce di Lucifero)
“Oh consigli d’Inferno, onde soggiace”, recitativo. “Miei genitori, addio”, aria (Caino)
“Mio sposo al cor mi sento”, aria (Eva, Adamo)
“Miei genitori amati”, aria (Voce di Abel, Eva, Adamo)
“Non piangete il figlio ucciso”, aria (Voce di Abel)
F”erma del figlio mio voce gradita”, recitativo. “Madre tenera et amante”, aria (Eva)
“Sin che spoglia mortale”, recitativo. “Padre misero, e dolente”, aria (Adamo)
“Spirto del figlio mio, questi son sensi”, recitativo (Eva, Adamo)
“Piango la prole esangue”, aria (Adamo)
“Adam prole tu chiedi, e prole avrai”, recitativo. “L’innocenza peccando perdeste”, aria (Voce di Dio)
“Udii Signor della Divina Idea”, recitativo. “Contenti”, duetto (Eva, Adamo)

Nella prima parte l’atmosfera pastorale del mondo di Adamo (tenore) ed Eva (soprano) contrasta con la caratterizzazione musicale dei due figli maschi: il candore giovanile dell’ingenuo pastore Abele (soprano) contro il tormentato Caino (contralto) spesso accompagnato dal suono del fagotto. Anche la seconda parte inizia con il tono pastorale, l’ineffabile aria di Caino «Perché mormora il ruscello» sembra far presagire il dramma che seguirà con il fratricidio i cui colpi omicidi sono rappresentati da una drammatica sinfonia. L’oratorio si conclude con un finale consolatore che include la voce di Abele dal cielo e l’annuncio sostenuto dall’organo da parte delal voce di Dio (contralto) della futura nascita del Redentore dalla stirpe di Adamo. La voce più grave è riservata al tentatore per eccellenza, Lucifero (basso).

Sulle orme di René Jacobs un altro controtenore si dedica alla direzione d’orchestra: anche Philippe Jaroussky sale sul podio di un gruppo da lui creato nel 2002, l’Ensemble Artaserse, per eseguire in forma concertistica il lavoro di Scarlatti che due anni fa era stato messo in scena a Parigi da Romeo Castellucci sotto la direzione di René Jacobs, lo stesso che aveva fatto scoprire l’opera con la sua incisione del 1998. Jaroussky dirige con sobria eleganza lo smilzo organico strumentale – 8 violini, 2 viole, 2 violoncelli, contrabbasso, fagotto, tiorba, clavicembalo, organo positivo – che riesce tuttavia a esprimere con efficacia i colori e le espressioni continuamente cangianti del lavoro scarlattiano grazie anche agli eccellenti interpreti vocali.

Il brasiliano Bruno de Sá, un sopranista naturale, dà all’ingenuo pastore Abele una voce angelica perfettamente a suo agio nelle agilità e negli acuti abbaglianti. Gli risponde un altro controtenore, Christophe Dumaux (Caino), che fa tesoro per risultati espressivi del suo timbro particolare. Caratterizzato è anche l’aspetto da vilain, in t-shirt, sneakers e nera barba. Il soprano Sandrine Piau è una Eva di grande purezza nella linea musicale con legati e fiati magistrali. Espressivo Adamo è il tenore Krešimir Spičer, apprezzabile soprattutto nei recitativi, meno nelle agilità delle sue arie. Il baritono Yannis François è un Lucifero in completo nero lucido di coccodrillo ma dalla vocalità modesta. Meglio La voce di Dio del terzo controtenore, Paul-Antoine Bénos-Dijan.

La mise en espace al teatro di Montpellier senza pubblico prevede l’orchestra nella platea e i quattro interpreti principali sul palcoscenico. La voce di Dio proviene da un palco così come quella di Lucifero, entrato dal fondo della sala investito da un faro di luce rossa. Ottima la ripresa televisiva con inquadrature suggestive.

Questa produzione verrà ripresa poco dopo a Salisburgo per il Festival di Pasqua con alcuni cambiamenti negli interpreti: Inga Kalna sostituirà la Piau, Filippo Mineccia Dumaux.

(1) È risaputo che l’agnello (di Abele) è più infiammabile dei frutti (di Caino)…

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