Tom Waits, The Black Rider
testo di William Burroughs, messa in scena di Robert Wilson
costumi di Frida Parmeggiani
produzione del Thalia Theater di Amburgo
1992 Teatro Carlo Felice di Genova
Pop opera, “Theatrical musical fable” nella definizione degli autori, evento teatrale indimenticabile.
«Per i primi cinque minuti la gente aveva sorrisi tirati: si guardava intorno cercando complicità e con l’aria di dire “Cosa ci facciamo qui?”. Ma poco dopo, l’altra sera, anche il pubblico iperconservatore del Carlo Felice (quasi tutti abbonati) si è sciolto e si è lasciato trascinare dai ritmi rock di Tom Waits e ha ceduto al fascino delle sue ballate folk. Si è innamorato delle canzoncine che rifacevano il musical degli anni ’30. Ha accettato il suo gioco sgangherato, e insieme colto, di rimandi e citazioni. […] Un musical molto speciale figlio di tre padri. William Burroughs, il santone della “beat generation”, tornato d’attualità con Il pasto nudo tradotto in film da Cronenberg, che ha scritto il testo. Bob Wilson, il freddo mago visuale, che lo ha allestito. Tom Waits, il musicista trasgressivo, che lo ha musicato. Storia faustiana, già fonte di ispirazione per Il franco cacciatore di Weber, […] nelle mani di Waits, Burroughs e Wilson questa vicenda […] si trasforma in una storia gotica dai risvolti contemporanei. Burroughs, che alla fine degli anni ’50 in preda agli allucinogeni uccise la moglie giocando a Guglielmo Tell, l’ha caricata di colori autobiografici: il patto col diavolo diventa un gioco pericoloso con la droga; spesso nel testo “pallottola” e “dose” si confondono. Cosi l’ultima pallottola, quella che uccide Kate, è anche l’ultima dose: quella prima di smettere, quella che ti frega. Waits ha scritto musiche trascinanti affidate a un’orchestrina fracassona ma anche capace di citazioni wagneriane. Wilson ne ha fatto uno spettacolo raffinatissimo di luci, ricco di suggestioni visive saldamente piantate nell’espressionismo tedesco anni ’20, ma con incursioni nel circo, nel teatro Nō e nella nostra contemporaneità. Gli attori del Thalia Theater che cantavano in inglese e recitavano in tedesco (ma c’erano i sottotitoli in italiano) han dato prova di grande bravura. Primo fra tutti Dominique Horwitz, cioè Gamba-di-legno, l’allucinato diavolo-pusher destinato sicuramente ad entrare nell’immaginario gotico di questa fine secolo accanto a Frank-N-Furter, il travestito di Rocky Horror Show e all’intrattenitore di Cabaret». (Sergio Trombetta)
In rete è disponibile la registrazione dello spettacolo durante le Festwochen di Vienna del 1990.
⸪