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La Theodora di Peter Sellars
Theodora, uno degli ultimi oratorii di Händel, fu eseguita senza riscuotere molto successo al Covent Garden nel 1750. Il librettista è il reverendo Thomas Morell, che aveva fornito altri libretti al compositore di Halle. Theodora occupa un posto importante nella produzione handeliana e, a differenza degli altri oratorii, non è tratto né dalla Bibbia né dai libri apocrifi ed è il solo ambientato nel corso dell’era cristiana, a parte il Messiah.
Il martirio di Theodora e Didimus fu raccontato per la prima volta da sant’Ambrogio (IV secolo) mentre in Inghilterra la vicenda dei due martiri è attestata in un romanzo di Robert Boyle ristampato nel 1744. Il librettista era inoltre probabilmente edotto anche della tragedia in cinque atti Théodora, vierge et martyre di Corneille del 1645.
Due buoni motivi per l’acquisto di questo DVD: gli interpreti e la regia. Glyndebourne nel 1996 affida quest’opera a interpreti di eccezione. Non potrebbe essere migliore la scelta di Dawn Upshaw, David Daniels, Frode Olsen, Richard Croft e Lorraine Hunt nei cinque ruoli previsti, tutti perfetti come cantanti e magnifici attori sulla scena. Ottimo anche il coro. Se poi sul podio c’è William Christie con la sua Orchestra of the Enlightenment si ha la certezza di un prodotto ideale.
Per quanto riguarda la messa in scena di Peter Sellars, può anche non piacere, ma tutto si può dire tranne che sia una gratuita e banale attualizzazione dell’ambiente e dei costumi. Non c’è spazio qui di approfondire il lavoro fatto, ma in rete è disponibile una tesi di laurea che analizza in modo dettagliato tutte le scelte operate dal controverso regista americano in questa produzione.
Sellars è anche autore della regia video e utilizza il nuovo mezzo di riproduzione come un veicolo di innovazione linguistica sconvolgendo i codici tradizionali del rapporto con il pubblico. Quello che noi vediamo è ancora diverso da quello a cui il pubblico di Glyndebourne ha assistito allora, con tagli di scena particolari e dettagli che aggiungono nuovi significati alla operazione di creazione artistica intentata dal regista.
Non vanno dimenticati i contributi dello scenografo George Tsypin, una specie di natura morta di Morandi con enormi fiale di vetro spezzate, della costumista Duná Ramicová e delle luci, importantissime, di James F. Ingalls.
Immagine in 4:3, ma nitida come l’unica traccia audio.
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