Teatro Caio Melisso
Spoleto (1880)
300 posti
Il teatro ha sede in Piazza del Duomo ed è parte successiva (la costruzione risale al 1667) dell’edificio del Palazzo della Signoria, sorto nel 1419, su iniziativa dell’Accademia degli Ottusi. Era il primo teatro pubblico italiano, uno fra i più antichi teatri italiani, costruito su di una struttura interamente lignea, con quattro ordini di palchi, denominato “Nobile Teatro di Spoleto“. Nel 1751 viene arricchito di decorazione pittoriche, sipari e scene di pregevole fattura; Nicolò Jommelli mette in musica, espressamente per l’apertura, il melodramma Ipermestra di Pietro Metastasio; nel 1817 Gioacchino Rossini partecipa come suonatore di contrabbasso ad una rappresentazione della sua Italiana in Algeri; fa appena in tempo ad ammirare le belle decorazioni settecentesche prima che vengano in parte distrutte e in parte trafugate nel 1819 da ignoti restauratori fiorentini. L’inaugurazione del Teatro Nuovo nel 1864 segna la completa decadenza del “Nobile” e il suo abbandono, che tuttavia non dura a lungo perché appena dieci anni dopo il Comune ne decide il ripristino affidando l’incarico all’architetto spoletino Giovanni Montiroli.
Tra il 1877 e il 1880 l’architetto Montiroli corregge la curvatura a ferro di cavallo della sala per migliorare la visibilità da parte del pubblico e fa costruire tre ordini di palchi, abbattendo le vecchie strutture in legno. Il pittore perugino Domenico Bruschi decora il plafone, con Apollo e nove Muse intercalate da lunette con composizioni floreali sovrastate da putti monocromi, e il sipario che ritrae l’Apoteosi di Caio Melisso (tempera su tela del 1879 raffigurante le arti e la poesia). Consegnato nel 1880 completamente rinnovato, viene intitolato a Caio Melisso, bibliotecario di fiducia dell’Imperatore Augusto. Negli anni successivi accoglie i nomi più rappresentativi di quell’epoca: Emma Gramatica, Ruggero Ruggeri, Eduardo Scarpetta, Raffaele Viviani, Tito Schipa, Beniamino Gigli, Rosine Stoltz, Gemma Bellincioni, Elvira de Hildago, Conchita Supervia, ecc. Ma quando Gian Carlo Menotti arriva nel 1957 a Spoleto trova il teatro declassato al ruolo di cinematografo. Viene quindi ripristinato nel 1958 con una revisione completa delle sue strutture fondamentali, dall’architetto Roberto De Luca in occasione della prima edizione del Festival dei Due Mondi per volere dello stesso Maestro Gian Carlo Menotti; il 5 luglio 1958 viene inaugurato con l’opera Macbeth di Giuseppe Verdi.
Un ulteriore consolidamento della struttura avviene negli anni ’80, nell’ambito del programma regionale di restauro dei teatri storici umbri. Con il restauro dei due preziosi sipari ottocenteschi, dell’apparato scenico e del foyer si è conclusa nel 2011 la sua completa messa in sicurezza ad opera della Fondazione Carla Fendi.
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