
Teatro Bonci
Cesena (1846)
800 posti
Tre anni dopo l’inizio dei lavori progettati dall’architetto Vincenzo Ghinelli, il Teatro Comunale di Cesena fu inaugurato il 15 agosto del 1846 con la Maria di Rohan di Gaetano Donizetti e con il balletto Beatrice di Gand, con la famosa Fanny Elssler come protagonista. Subito si distinse per la rappresentazione delle migliori produzioni drammatiche e liriche, testimoniate dalla presenza di prestigiosi interpreti italiani del periodo. Il teatro fu dedicato al grande tenore cesenate Alessandro Bonci dopo le sue esibizioni nel 1904 e 1927. In occasione del 150º anniversario della sua inaugurazione, il 25 gennaio 1996, fu riaperto al pubblico dopo un restauro. Dal 2001 è una delle sedi principali di produzione teatrale dell’Emilia Romagna Teatro.
Il Teatro Alessandro Bonci è di chiara derivazione “piermariniana”: la facciata presenta un portico in bugnato al primo ordine, colonnato ionico al secondo ordine e una ricca decorazione ad opera del bolognese Gaetano Bernasconi. Sulla facciata si trovano sette figure mitologiche racchiuse in riquadri: Ercole dio della forza, Calliope musa del poema eroico, Venere dea dell’amore, Apollo dio delle arti, Talia musa della commedia, Melpomene musa della tragedia, Clio musa della storia, e un timpano triangolare con l’allegoria del Savio e del Rubicone, e lo stemma della città al centro. Sul fianco destro sono poste due formelle con Tersicore e Bacco, su quello sinistro Polinnia e Bacco. Entrati dal portale principale ci accoglie un vestibolo con il busto di Alessandro Bonci. La struttura interna del teatro è a ferro di cavallo, all’interno si trovano una platea, quattro ordini di palchi e un loggione. Il sipario e il lampadario sono copie degli originali.
Le decorazione all’interno sono opera del ferrarese Francesco Migliari. Sul soffitto si possono ammirare quattro riquadri con scene della Divina Commedia (L’incontro di Dante e Virgilio con le Furie, Il Conte Ugolino che vede morire i figli, Dante e Virgilio al Purgatorio e L’apparizione del Padre Eterno) intervallate da quattro medaglioni che rappresentano la musa del melodramma, della tragedia, della musica e della poesia.
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