
Teatro dei Rozzi
Siena (1817)
500 posti

La “Congrega” dei Rozzi, fondata nel 1531, dopo essersi trasformata in Accademia nel 1690 divenne, soprattutto nel corso dell’800, una delle istituzioni culturali più prestigiose di Siena. Nel loro statuto i congregati dichiaravano di non accettare “persone di grado” si rifiutavano di parlare e scrivere latino in aperta polemica con l’uso accademico corrente e con i senesi accademici intronati. Il nome dato alla congrega: rozzi, è dunque una dichiarazione d’intenti così come l’insegna scelta che rimarrà identica nei secoli: una sughera secca e di natura infruttuosa o comunque, anche se facesse frutti, di poca qualità, ma da una base dell’albero spunta un virgulto, un arboscello verde a indicare la possibilità di riscatto, la possibilità di dare luogo ad una produzione intellettuale degna pur nell’inutilità delle origini. Stessa concezione nel motto “Chi qui soggiorna acquista quel che perde” sullo stemma del portale d’ingresso.

Dopo aver utilizzato per la propria attività il Saloncino posto nei locali dell’Opera Metropolitana, l’Accademia, a seguito anche del divieto granducale di utilizzare il Saloncino, decise nel 1804 di edificare un nuovo teatro nei locali della sua sede posta in Piazza di San Pellegrino (oggi Indipendenza) su progetto dell’architetto senese Alessandro Doveri. Nella primavera del 1817 il nuovo teatro venne inaugurato e aperto al pubblico. La sala con pianta a ferro di cavallo con 71 palchi suddivisi in quattro ordini presentava le eleganti forme della tipologia del teatro all’italiana. Nel corso dell’800 il teatro fu interessato a varie stagioni di restauri e riattamenti soprattutto alle decorazioni e vide impegnati oltre al Doveri anche architetti quali Augusto Corbi e Giuseppe Partini e decoratori quali Vincenzo Dei, Giuseppe Marchesi, Alessandro e Giuseppe Maffei. Nella veste rinnovata dai restauri del Corbi (1873) il teatro ha svolto un’intensa attività di prosa fino al 1945, quando, dopo uno spettacolo dato in onore delle truppe alleate, venne dichiarato inagibile a causa dei danni riportati nel corso della guerra. Il teatro ha subito un lungo periodo di chiusura e solo negli anni ’70 l’Accademia ha avviato un piano di recupero rimasto interrotto per mancanza di fondi. Nel 1985 i lavori sono ripartiti grazie a una prima convenzione stipulata fra l’Accademia e l’Amministrazione Comunale e l’intervento di restauro, su progetto dell’architetto Massimo Bianchini, è stato completato nel 1998.

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