Sancta Susanna / Von Heute auf Morgen

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Paul Hindemith, Sancta Susanna

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Arnold Schönberg, Von Heute auf Morgen

Lione, Opéra Nouvel, 11 febbraio 2012

(registrazione video)

Un’intelligente programmazione quella dell’Opera di Lione: il Trittico pucciniano distribuito in tre sere, ma affiancato da un trittico di opere tedesche contrastanti. Al Tabarro è abbinata un’altra vicenda di una coppia matrimoniale in crisi, quella di Von Heute auf Morgen (Da oggi a domani) di Arnold Schönberg; a Suor Angelica un’altra suora un po’ meno angelica, Sancta Susanna di Paul Hindemith; alla farsa fiorentina di Gianni Schicchi la Tragedia Fiorentina di Alexander von Zemlinsky.

Sancta Susanna fa parte di un trittico di atti unici, gli altri essendo Mörder, Hoffnung der Frauen e Das Nusch-Nuschi. Alla prima del 1921 a Stoccarda Fritz Busch diresse questi due, ma si rifiutò di dirigere Sancta Susanna per motivi di moralità e quindi il debutto dell’opera di Hindemith avvenne l’anno dopo a Francoforte con il trittico al completo. Ma cos’aveva di così sconvolgente la vicenda su libretto che August Stramm aveva tratto dal suo dramma del 1918 Sancta Susanna, ein Gesang der Mainacht (Santa Susanna, un canto della notte di maggio)?

Di notte Suor Susanna nel giardino del convento scopre il giardiniere e la serva che fanno sesso. Ne è turbata e affascinata, ma è raggiunta da suor Agnes che la mette in guardia: quarant’anni prima una suora trovata nuda abbracciata al crocefisso era stata murata viva. Susanna è ancor più eccitata dal racconto e si spoglia abbracciando lei il crocefisso. Al tocco della campana dell’Angelus arrivano tutte le altre consorelle. Suor Susanna le invita a unirsi a lei e queste orripilate la maledicono imprecando a Satana.

In una scena tutta nera dominata da un Cristo a grandezza naturale ma traslucido, la coppia che turba Susanna, Agnes Selma Weiland, è formata da acrobati su una fune e le consorelle hanno il viso e le mani tatuati con segni cabalistici. Ascoltata molto tempo fa (novembre 1972!) all’Auditorium RAI di Torino, l’opera mi aveva molto impressionato. Vista ora nell’allestimento di John Fulljames, che ricorre al nudo integrale della protagonista coperta di tatuaggi, mi sembra che la carica dirompente del lavoro sia molto scemata. Forse ciò è dovuto anche alla direzione fredda e distaccata di Bernhard Kontarsky, settantacinquenne storico interprete della musica d’avanguardia del secolo passato.

Su libretto di Max Blonda, pseudonimo di Gertrud Schönberg, moglie del compositore, Von Heute auf Morgen è l’op. 32, un atto unico che ebbe il suo debutto a Francoforte nel 1930, primo lavoro per il teatro concepito dal compositore viennese secondo il metodo dodecafonico. E anche la sua unica opera buffa, una tranche de vie in cui una coppia di coniugi in crisi ritrova l’armonia quando marito e moglie vengono apertamente messi alla prova dal possibile tradimento dell’altro, un possibile riferimento alla coppia reale del musicista e di sua moglie. Una situazione simile a quella di Intermezzo di Strauss di sei anni prima.

«La scelta del “problema coniugale” come soggetto – attestata dal titolo Das Eheproblem attribuito inizialmente all’opera – corrisponde all’intenzione di misurarsi sul campo con la Zeitoper, un genere recente al quale arrise un successo tanto ampio quanto effimero negli anni tra il 1926 e il 1931, il periodo della Neue Sachlichkeit, immediatamente successivo alla liquidazione della temperie espressionista. Prototipo del nuovo genere fu Jonny spielt auf di Ernst Křenek, i cui protagonisti sono un musicista jazz nero e un compositore intellettuale di nome Max – forse citato deliberatamente nello pseudonimo di Gertrud Schönberg – personaggi emblematici della contrapposizione tra vecchio e nuovo, tra la cultura tradizionale della vecchia Europa e la vitalità innovatrice del Nuovo Mondo. L’esordio del lavoro di Křenek, affidato a Max sulle parole «Du, schöner Berg!» con l’evocazione sonora del cognome di Schönberg (e di Berg), trova risposta nel verso iniziale di Von heute auf morgen “Schön, war es dort!”, che vi si contrappone in un movimento simbolico di allontanamento e di superamento nello spazio e nel tempo, a sottolineare l’intento critico e parodistico verso un genere alla moda, al quale si dedicarono con successo anche Paul Hindemith (a quel tempo collega di Schönberg a Berlino come docente alla Hochschule für Musik) con Hin und zurück e Neues vom Tage, e Kurt Weill con Mahagonny e Die Dreigroschenoper». (Anna Maria Morazzoni)

Al rientro da una serata, due coniugi parlano degli incontri che hanno avuto – un tenore e una ex compagna di scuola di lei, con i quali ci sono state anche delle piccole avances. Durante la conversazione la moglie cerca di suscitare l’interesse del marito con un malizioso negligé. Il figlio piccolo, svegliato, li interrompe, ma viene rimandato a letto. Telefona il cantante che suggerisce di proseguire la serata tutti insieme e il marito si ingelosisce. La moglie indossa un vestito da sera, poi nuovamente un semplice abito da casa. Al mattino presto, giungono in visita l’amica e il cantante, che sono un campionario delle ultime tendenze della società. Quando se ne vanno, il marito e la moglie si rendono conto, durante la colazione, che il loro rapporto è fondato sull’amore ed è ben diverso dalle mode, che passano «dall’oggi al domani».

Il regista Fulljames tratta l’opera in maniera cinematografica con continui e rapidi cambiamenti di scenografie e costumi dai colori vividi e di diverse epoche che propongono l’idea di una relatività della modernità. «Mama, was sind das: moderne Menschen?» (Mamma, che vuol dire persone moderne?) chiede il bambino nell’ultima battuta.

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