Teatro Comunale Ebe Stignani
Imola (1812)
466 posti

Il teatro prima dell’ultimo restauro
Il Teatro dei Cavalieri Associati costruito nel 1782 va a fuoco quindici anni dopo durante l’invasione in città delle truppe francesi repubblicane. Sotto il dominio napoleonico gli spettacoli si tengono in un teatro provvisorio con spettacoli di prosa, manifestazioni di giocolieri e acrobati, concerti e anche messe in scena di opere liriche. Nel teatro comunale provvisorio il 22 aprile 1804 Gioachino Rossini tiene un concerto. Nel 1810 viene soppressa la chiesa superiore facente parte del convento francescano. L’immobile viene acquistato da alcuni cittadini imolesi che decidono di ricavare, da una parte dell’edificio, un luogo per gli spettacoli. Il progetto è affidato all’architetto Giuseppe Magistretti; le decorazioni pittoriche sono opera di Felice Giani e del suo collaboratore Gaetano Bertolani.

Nel 1812, a lavori ultimati, l’edificio prende il nome di Teatro dei Signori associati, e viene dedicato alla dea romana Cerere. Per sovvenzionare la fabbrica del teatro vengono venduti i palchi a notabili, a famiglie benestanti e alla municipalità e il 4 agosto viene inaugurato con il dramma I riti di Efeso di Giuseppe Farinelli. Nel 1815, con la fine del dominio napoleonico e il ritorno di Imola sotto lo Stato della Chiesa, il pontefice Pio VII decide la chiusura dell’impianto per incompatibilità con il preesistente edificio religioso. Nel 1831 il Comune modifica la facciata, inserendo un porticato d’ingresso. Durante i moti rivoluzionari il governo provvisorio decreta la riapertura del teatro. Il teatro può rinascere ma necessita di interventi di modifica e manutenzione, affidati nuovamente all’architetto Magistretti: oltre al rinnovamento della facciata, la torre del campanile è abbassata al livello del tetto in modo che l’edificio non sia più identificato come luogo di culto e viene restaurato e ridipinto l’arco scenico.

1832-1845: Sono gli anni in cui si afferma anche a Imola l’opera rossiniana con la messa in scena di alcuni lavori del compositore pesarese, tra cui Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, Semiramide. Dal 1835 il pubblico si orienta verso un gusto romantico, con le opere di Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti. L’astro nascente di Giuseppe Verdi brilla anche a Imola con un Ernani messo in scena nel 1845. Nella stagione estiva sono rappresentate anche Saffo di Giovanni Pacini e il Roberto Devereux di Donizetti. Il 2 giugno 1846 il teatro è venduto al Comune di Imola. Nel 1855, su progetto dell’architetto Luigi Ricciardelli di Bologna, viene rifatto il vestibolo e modificata la facciata con realizzazione del portico per consolidare la struttura dell’edificio medievale. Ognuno dei 56 palchi viene decorato in maniera differente. Nel 1868 Giovanni Canepa e Girolamo Bellani, pittori e ornatisti di Lugano, eseguono il “grandioso disegno nella volta della sala” del Ridotto. Nella stessa sala le finiture dorate e le pareti a finto marmo sono di Antonio Xella e Gaetano Gabrielli. Le opere liriche si alternano a drammi, a melodrammi, a commedie, a giochi di prestigio e danze acrobatiche, a balli e tombole.

Dopo le devastazioni del periodo bellico si comincia a progettare la ricostruzione e il teatro riapre il 18 aprile del 1974, mantenendo la struttura e in parte le decorazioni eseguite a metà Ottocento e il 20 dicembre 1977 il teatro viene intitolato alla cantante lirica Ebe Stignani. 2004-2005: ultima stagione di attività, prima della chiusura per restauri. Vengono realizzate le opere di bonifica dall’amianto e il recupero dell’intero edificio e la realizzazione di nuovi spazi tecnici con impianti meccanici, di riscaldamento, climatizzazione, illuminazione ed elettrici all’avanguardia. La sera del 6 aprile 2010 il teatro è riaperto ufficialmente al pubblico dopo la fine dei restauri.

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