
Filippo Timi, Il Don Giovanni
Diretto e interpretato da Filippo Timi
Torino, Teatro Carignano, 17 marzo 2015
«Vivere è un abuso, mai un diritto»
“Don Giovanni 2.0; Don Giovanni postmoderno; Don Giovanni glam-rock; Don Giovanni all’eccesso”: si sprecano le definizioni per questo spettacolo scritto, diretto e interpretato dal più irriverente e geniale degli artisti del teatro italiano. Ed è anche lo spettacolo più discordemente recensito, pur riconoscendo quasi tutti, come Mariaelena Prinzi, che «è uno spettacolo necessario: anni di produzioni scellerate, troppo spesso radical chic, hanno creato delle opere meravigliose messe in scena in teatri quasi sempre mezzi vuoti. È giunto il momento di ripopolare le sale con dei ragazzi giovani. Il Don Giovanni fa proprio questo. Non è il pubblico che si avvicina al teatro ma è quest’ultimo che strappa lo spettatore dal divano e lo porta in platea».
Delle varie scritture del mito, questa sembra vicina a quella di Da Ponte in cui più che la seduzione erotica è il desiderio di conquista il motore del dramma. E i costumi estremi, eccessivi, ingombranti (di Fabio Zambernardi, già stilista di Miuccia Prada) sono le gabbie di una prigione esistenziale in cui si rinchiudono gli stessi protagonisti.
Le proiezioni di assurdi video di youtube non lasciano dubbi sulla volontà dell’autore di analizzare, nascondendola sotto uno strato di comicità beffarda e demenziale, la realtà attuale di un’umanità in caduta libera e condannata a estinguersi.
⸪