Hin und zurück (Avanti e indietro)

Paul Hindemith, Hin und zurück

Alessandria, Complesso Conventuale di San Francesco, 20 maggio 2017

Palindromo in musica

L’occasione per la scrittura di questa mini-opera di Paul Hindemith fu la presentazione al festival di Baden-Baden il 17 luglio 1927 di una collezione di opere in miniatura. Gli altri lavori furono L’enlèvement d’Europe di Darius Milhaud, Mahagonny-Songspiel di Kurt Weill e Die Prinzessin auf der Erbse di Ernst Toch.

Il testo di Marcellus Schiffer, scrittore e cabarettista con cui Hindemith lavorerà in seguito per la più impegnativa Neues vom Tage, narra di una coppia di coniugi: una mattina, durante la prima colazione, Helene, che compie gli anni, in presenza del marito riceve una lettera che porta la coppia a una lite. Folle di gelosia Robert spara alla moglie. Il dottore, sopraggiunto assieme a un infermiere che non fa che elencare nomi di medicinali («Pantopon, Bromural, Trigemin, Aspirin, Lysoform, Baldrian, Adalin, Veronal…), ne constata il decesso. Il marito dichiara di non voler più vivere e si uccide. Sulle note di un harmonium fuori scena sentiamo un saggio barbuto cantare la morale: «Wo ganz droben gesehen ist es ohne Belang, ob des Menschen lebensgang von der Wiege vorwärts irrt, bis er verdirbt, oder ob er erst stirbt und nachher geboren wird. Laßt us darum das Schicksal rückwärts drehen. Ihr werdet sehen, die Logik eicht nicht um ein Haar, und alles wird gut, wie es vorher war» (Visto da lassù è irrilevante se l’uomo si rovina la vita a partire dalla culla fino alla morte o viceversa, se prima muore e poi nasce. Rivoltiamo il destino al contrario: vedrete che la logica non falla di un pelo e tutto torna a posto com’era prima). A quel punto, come in una pellicola cinematografica proiettata al contrario, la vicenda si riavvolge  su sé stessa fino al punto di partenza, al momento in cui Helene era entrata in salotto dando il buongiorno alla zia Emma.

Composto nel giro di tre giorni, questo “Sketch mit Musik” ambientato nel presente è una parodia sia della famiglia borghese sia dell’opera: qui le scene di gelosia e i conseguenti ammazzamenti e pentimenti sono condensati in pochi secondi e l’intervento della moglie contiene in miniatura le colorature di un’aria barocca sulle parole «früh und froh» ripetute per puro piacere sonoro. Nei minuti che seguono Hindemith non ci fa mancare un duetto e un terzetto.

L’organico è formato da sei strumenti a fiato (flauto, clarinetto, sassofono contralto, fagotto, tromba, trombone), due pianoforti (di cui uno a quattro mani) e un harmonium fuori scena. Sette sono i ruoli: Robert (il marito, tenore), Helene (la moglie, soprano), la zia Emma (ruolo muto), il professore (baritono), l’infermiere (basso), la cameriera (ruolo parlato), il saggio (tenore).

Tutto questo ha reso l’operina particolarmente adatta per allestimenti a fini didattici, come è il caso di questa esecuzione ad Alessandria, a novant’anni dalla prima, nell’ambito di Scatola Sonora e con la partecipazione degli allievi del locale Conservatorio Antonio Vivaldi. L’elegante allestimento di Luca Valentino era stato proposto la prima volta a Barcellona nel 1995 e assieme all’Orfeo vedovo di Alberto Savinio aveva dato il primo impulso alla nascita di Scatola Sonora. Era poi stato ripreso al Mittelfest di Milano nel 2004 con Moni Ovadia nel ruolo del Saggio. Qui in questo stesso ruolo abbiamo la zia Emma, che da testimone muto dell’assurda vicenda ne diventa il deus ex machina.

Dietro un telo su cui vengono proiettati spezzoni di film d’epoca con le rigature delle vecchie pellicole e le discalie scritte nei caratteri del tempo, agiscono i personaggi di questa tragedia bonsai incarnati da Rosario di Mauro e Barbara Maiulli (i due coniugi), Erica Lovell (zia Emma e il saggio), Takuya Suzuki e Lorenzo Medicina (il medico e l’infermiere) e Hanxi Yang (la cameriera). Le pimpanti note della partitura provengono dai fiati di Asia Uboldi, Onofrio Manghisi, Giulio Giani, Carlo Alberto Meluso, Elisabetta Merlo e Matteo Borio. Heejin Byeon, Alice Piombo e Paolo Ghiglione sono ai pianoforti e all’harmonium. Il direttore Giovanni Cestino, con la supervisione musicale di Paolo Ferrara, concerta con passione la parte musicale di questo piccolo gioiello del Novecento mentre Claudio Cinelli si occupa dei costumi. La regia di Luca Valentino dipana con gusto e intelligenza i tempi di questa surreale vicenda – in avanti e viceversa.

I dodici minuti di musica hanno impegnato i giovani esecutori con un risultato eccellente premiato dall’apprezzamento del pubblico accorso sotto le volte gotiche del Complesso Conventuale di San Francesco.

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