
★★☆☆☆
Un Mozart destrutturato
Nel 1771 Mozart ha quindici anni. È in viaggio per la seconda volta in Italia: a Milano gli è stata commissionata dall’Imperatrice Maria Teresa, attraverso il conte Carlo Giuseppe di Firmian, un lavoro per celebrare le nozze del terzogenito Ferdinando. La Serenata Teatrale in due parti su testo dell’abate Parini doveva inizialmente essere collocata negli intervalli dell’opera sera Ruggiero di Hasse il 16 ottobre, invece, non solo ebbe una serata tutta per sé, ma oscurò del tutto il lavoro del rivale, come riferisce soddisfatto il padre: «Tutti i cavalieri e la gente ci fermano continuamente per strada per congratularsi con Wolfgang. Insomma: mi spiace dirlo, ma la sua Serenata ha messo a terra l’opera di Hasse come nemmeno posso descrivere». Il successo del 17 ottobre fu tale che dovette essere replicata più volte.
La giovanile opera di Mozart «ha una sua statica eleganza, nella quale si avverte tuttavia qualcosa di talmente nuovo da fr intuire si sia ormai giunti a un tornante epocale: questo, d’altronde, sembra appunto aver percepito il pubblico milanese che apprezzò Ascanio e storse il naso per Ruggiero». (Elvio Giudici)
In 33 numeri musicali si narra della vicenda di Ascanio (in cui si cela il granduca Ferdinando) che sposa la ninfa Silvia della stirpe di Ercole (e la sposa discende da Ercole Farnese). La dea Venere mostra a suo nipote Ascanio [figlio di Creusa ed Enea a sua volta figlio di Anchise e di Venere appunto] il paesaggio ameno dove sorgerà la città di Alba Longa, in uno scenario bucolico popolato da Ninfe e Pastori, dove ella è venerata e su cui Ascanio dovrà regnare dopo aver sposato Silvia che gli è stata promessa. Ascanio è preoccupato perché Silvia non lo conosce, ma la madre gli rivela che da quattro anni Amore appare in sogno alla Ninfa con le fattezze dello stesso Ascanio e ne ha conquistato il cuore. Ascanio potrà parlare alla Ninfa senza però rivelarsi. Il sacerdote Aceste intanto sta facendo i preparativi per le nozze. Silvia vede Ascanio e rimane profondamente turbata: lo desidera ma pensa di essere promessa ad un altro. Aceste la tranquillizza. Silvia e i Pastori si preparano ad accogliere la dea con cori e ghirlande di fiori. Venere compie un miracolo: tramuta gli alberi in colonne. Silvia viene condotta da Fauno al Sacro Monte. Dal momento che Ascanio ancora non può rivelarsi, Silvia si convince di essere stata ingannata. Ascanio cerca di parlarle ma lei fugge via. Pastori, Ninfe e Pastorelle, e in seguito anche Aceste e Silvia, intonano magnifici cori in onore della dea. Le nubi si squarciano e la dea appare in tutto il suo splendore accompagnata da Grazie e Geni. Ascanio rivela la sua identità e con Silvia e Aceste espongono i loro sentimenti e ringraziano Venere. Al loro si aggiunge il coro solenne di Grazie, Geni, Pastori e Ninfe.
Di tutto ciò nulla si vede nell’allestimento di David Hermann proveniente dal Nationaltheaters di Mannheim dove era andato in scena nel 2004 e ripreso due anni dopo al Landestheater di Salisburgo.
Qui l’opera viene gelidamente destrutturata: due attori (Viaggiatore I e II) raccontano in tedesco la vicenda e annunciano anche i numeri musicali, cantati in italiano da cantanti che mimano, un po’ goffamente, i recitativi. «Nummer ein und dreißig, Terzett», scandisce l’attore e così via. In scena un ambiente vuoto delimitato da teli bianchi e pochi elementi utilizzati a casaccio, tra cui dei tappeti da ginnastica verdi. Unica concessione all’epoca i teli dipinti che fanno da sfondo alle apparizioni di Fauno su un’altalena. Il modesto coro appare in travestimenti sempre più improbabili e non parliamo dei costumi dei cantanti.
A capo dell’Orchestra del teatro di Mannheim, l’ungherese Ádám Fischer è corretto ma niente di più mentre nel cast vocale ci sono due eccellenze: l’Ascanio della sempre esemplare Sonia Prina e lo splendido Fauno di Diana Damrau. Su altro livello gli altri interpreti: Iris Kupke porge meccanicamente le arie di Venere e in difficoltà è l’Aceste di Charles Reid. Meglio la Silvia di Marie-Belle Sandis.
Il DVD è inserito nella collana M22 dei video di tutte le opere di Mozart pubblicata in occasione del 250° anniversario della nascita del compositore.
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