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Arthur Sullivan, Patience
La sesta delle Savoy Operas di Gilbert & Sullivan debuttò all’Opera Comique Theatre di Londra il 23 aprile 1881 prima di trasferirsi nel più capace e moderno (il primo al mondo a essere fornito di illuminazione elettrica) Savoy Theatre il 10 ottobre, dove raggiunse le 578 repliche consecutive, sette in più della precedente H.M.S. Pinafore.
Tutte le fanciulle del villaggio sono invaghite di Reginald Bunthorne, «fleshly poet», un poeta mesto e fascinoso, che però ha occhi solo per Patience, la modesta lattaia. Le pretese artistiche di Bunthorne sono solo un espediente per attirare le donne – lui nenche ama la poesia! Patience è invece innamorata del suo amico d’infanzia, Archibald Grosvenor, lui sì un vero poeta, «lyric poet», ma sente di non poterlo sposare perché è troppo perfetto. Nel frattempo, il prosaico plotone delle Heavy Dragoon Guards che avrebbe voluto sposare le fanciulle del villaggio si trova sgomento dalla improvvisa perdita di prospettive. Solo quando Patience scoprirà le imperfezioni di Grosvenor si deciderà a sposarlo lasciando Bunthorne al «vegetable love» che tanto ha declamato.
Patience or Burnthorne’s Bride poneva in satira il movimento estetico che negli anni ’70 e ’80 dell’Ottocento trasformava ogni borghese in un esteta per il quale il bello era al di sopra di ogni considerazione pratica. Messo alla berlina sulla rivista “Punch” il tema era stato oggetto anche della pièce The Colonel di F.C.Burnand che fece concorrenza all’opera di G&S.
Gibert si è divertito nel far declamare a Bunthorne versi enfatici e oscuri (1) che echeggiano la poesia decadente di Algernon Swinburne, mentre quelli di Grosvernor, semplici e pastorali (2), si rifanno alle poetiche di Coventry Patmore e William Morris. Il primo Bunthorne aveva il monocolo e la pettinatura del pittore McNeill Whistler, indossava una giacca di velluto come Swinburne e i pantaloni al ginocchio come Oscar Wilde.
In alcuni allestimenti moderni l’epoca è stata aggiornata a quella hippy degli anni ’60 del secolo scorso, facendo di un poeta beat il rivale di un poeta figlio dei fiori, ma l’argomento e l’ambiente rendono questa operetta una delle più difficili da esportare al di fuori del mondo anglosassone. Gli allestimenti filmati disponibili in rete sono tutti di istituzioni universitarie americane e inglesi: Wheaton College Opera Music Theater (2009), Hull University Gilbert & Sullivan Society (2012), Colorado State University (2013), Medway Community Centre (2013), John Brown University (2015), quest’ultima con solo accompagnamento di pianoforte.
(1) «What time the poet hath hymned | The writhing maid, lithe-limbed, | Quivering on amaranthine asphodel, | How can he paint her woes, | Knowing, as well he knows, | That all can be set right with calomel? | When from the poet’s plinth | The amorous colocynth | Yearns for the aloe, faint with rapturous thrills, | How can he hymn their throes | Knowing, as well he knows, | That they are only uncompounded pills? | Is it, and can it be, Nature hath this decree, | Nothing poetic in the world shall dwell? | Or that in all her works | Something poetic lurks, | Even in colocynth and calomel? | I cannot tell».
(2) «Conceive me, if you can, An every-day young man: A commonplace type, | With a stick and a pipe, And a half-bred black-and-tan; | Who thinks suburban “hops” | More fun than “Monday Pops”, Who’s fond of his dinner, And doesn’t get thinner | On bottled beer and chops».
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