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Antonín Dvořák, L’arcolaio d’oro, poema sinfonico op. 109
Gustav Mahler, Das Klagende Lied, cantata in tre parti op. 1
Torino, Auditorium RAI Arturo Toscanini, 26 ottobre 2017
Due macabre leggende per Conlon
In Dvořák da un arcolaio esce una voce magica che racconta della bella Dornička assassinata dalla matrigna. In Mahler l’osso di uno scheletro incavato a mo’ di flauto quando viene suonato rivela di un giovane assassinato dal fratello.
Le macabre fiabe della letteratura germanica sono alla base delle scelte dei due compositori. Per il primo il numero d’opus ci dice trattarsi di un lavoro della maturità scritto al rientro dall’America nel 1896 e facente parte di un ciclo di quattro poemi sinfonici ispirati alle ballate dello scrittore Karel Jaromír Erben.
Tratto dalle fiabe dei fratelli Grimm e scritto quando Mahler era diciottenne Das Klagende Lied (Il canto del lamento/della denuncia) fu eseguito solo nel 1901 e, anche se non si può considerare la sua Sinfonia zero, ha già tutte le caratteristiche del suo stile accanto a una dimensione teatrale – il taglio in tre parti, l’orchestra fuori scena, il trattamento degli interventi dei solisti e del coro – che sarà tipica delle sue sinfonie.
James Conlon dà una lettura lucida e vigorosa dei due lavori e in quello di Mahler impegna il valido quartetto di voci di Aga Mikolaj, Yulia Matochkina, Brenden Gunnell e Thomas Tanzl.
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