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Elena Langer, Figaro Gets a Divorce
★★★★☆
Ginevra, Grand Théâtre, 22 settembre 2017
(video streaming)
Figaro, parte terza
Tutti conosciamo la prima e la seconda parte della trilogia di Pierre de Beaumarchais – Le barbier de Séville, ou La précaution inutile e La folle journée, ou Le mariage de Figaro. Il Barbiere è stato messo in musica prima da Paisiello e poi da Rossini, il Figaro per antonomasia è quello di Mozart.
Ma la terza parte? L’autre Tartuffe, ou La mère coupable è di certo la meno conosciuta, eppure è stata messa in musica due volte: da Darius Milhaud nel 1966 e da Inger Wilkstöm nel 2006 e adesso ispira il libretto di David Pountney, basato anche su Figaro läßt sich schneiden (Figaro divorzia) commedia in tre atti del 1937 di Ödön von Horváth, da cui prende il titolo in inglese. Intonato da Elena Langer è ora in scena al Grand Théâtre di Ginevra dopo aver debuttato nel febbraio 2016 a Cardiff per la Welsh National Opera.
Cos’è dunque successo in casa Almaviva dopo le nozze di Figaro? Che ne è dei lontani echi della Rivoluzione Francese? E che cosa dice il nome di Figaro a un compositore moderno?
A queste domande risponde la compositrice Elena Langer, inglese ma nata in Russia nel 1974, che ha scritto brevi opere per l’Almeida Theatre di Londra, tra cui un’Ariadne (2002), mentre un suo successivo lavoro sul caso di un paziente affetto da Alzheimer, The Lion’s Face, fu allestito anche al Covent Garden nel 2010.
In Figaro Gets a Divorce si racconta del Conte in fuga con tutta la sua famiglia da una rivoluzione in un paese e un’epoca non specificati. Essi vengono catturati al confine da un enigmatico Maggiore che li tiene sotto il suo potere. Il Maggiore informa Angelika e Serafin che in effetti sono fratello e sorella, essendo Angelika frutto di una relazione del Conte con Barbarina mentre Serafin è il risultato di una notte tra la Contessa e Cherubino, quest’ultimo è creduto ucciso in battaglia. Il Maggiore spera di sposare Angelika che invece ama Serfain non sapendo trattarsi di suo “fratello”. Figaro lascia il Conte e tenta di rimettersi come barbiere, ma litiga con Susanna poiché lei vuole un figlio e Figaro si rifiuta di prenderne in considerazione la possibilità in tempi così difficili. Susanna allora lascia Figaro e incontra Cherubino, ora noto come “il Cherubino”. Proprietario di uno squallido bar che paga il pizzo al Maggiore, così come Figaro, Cherubino impiega Susanna come cantante nel suo locale. La Contessa rifiuta di essere ricattata dal Maggiore e confessa al Conte, uscito di prigione per debiti di gioco, di Serafin. Anche Susanna confessa di essere stata messa incinta da Cherubino. Figaro aiuta la famiglia a fuggire dalle grinfie del Maggiore nel castello del conte, ma uccide Cherubino. Il Maggiore, che è un doppio giochista che lavora anche per le forze della rivoluzione, li intrappola tutti nel castello e ne organizza l’omicidio. Tuttavia Figaro, Susanna, Angelika e Serafin riescono a scappare attraverso un passaggio segreto mentre il conte e la contessa rimangono indietro «to face the music».
Lo spettacolo fa parte di una originale proposta del teatro di Ginevra che presenta l’intera trilogia (Rossini, Mozart, Langer) in tre giorni consecutivi con la stessa scenografia di Ralph Koltai ma con tre registi diversi – Sam Brown per il Figaro barbiere e celibe, Tobias Richter per il Figaro che si sposa e David Pountney per il suo divorzio. Tutti e tre gli spettacoli sono disponibili in streaming su arte.tv.
Con i costumi di Sue Blane, Pountney ambienta l’azione del terzo episodio in un’epoca che ricorda gli anni ’30 del secolo passato esaltando in tal modo la drammaticità della vicenda che infatti in originale non è una commedia, bensì un “dramma morale”. Qui non c’è spazio e tempo per travestimenti e nascondimenti e il Maggiore incarna la minaccia che in qualsiasi momento può distruggere dall’esterno le speranze di felicità. Ma altrettanto pericolosa è la minaccia dall’interno, dalla famiglia o da noi stessi.
L’eclettica partitura della Langer suggerisce il mezzo cinematografico per il taglio delle scene, i riferimenti al cabaret, al jazz e ai temi di ballo in uno stile musicale che non pretende di richiamare le opere del passato: quando la Contessa sconfortata intona «I have lost everything» non si può non pensare a «Dove sono i bei momenti», ma musicalmente non c’è nulla che lo ricordi nella lucida esecuzione di Justin Brown se non la ricchezza dell’orchestrazione.
Ottimo il cast impegnato. Primo fra tutti il Maggiore di Alan Oke sia quando canticchia sornione mentre ricatta Figaro che gli fa la barba con un affilato rasoio alla gola, sia quando sibila tra i denti in un quasi sprechgesang le sue melliflue minacce. David Stout e Marie Arnet sono la coppia in crisi di Figaro e Susanna, mentre il controtenore Andrew Watts presta la voce a uno scafato Cherubino.
⸪