Pour un oui ou pour un non

Nathalie Sarraute, Pour un oui ou pour un non

Regia di Pier Luigi Pizzi

Torino, Teatro Carignano, 9 marzo 2022

Le parole non dette

Le sue opere sono pubblicate nella prestigiosa Bibliothèque de la Pléiade; negli anni ’70 i suoi “antiromanzi” erano la lettura obbligata dei sessantottini; a teatro le sue pièces mettevano in discussione quell’usage de la parole che era stato anche il titolo di un suo lavoro del 1980; come saggista furono fondamentali le sue riflessioni teoriche sulla narrativa iniziate nel 1956 con L’Ère du soupçon, centrato sulle figure della Woolf, di Kafka, Proust, Joyce e Dostoevskij.

Nathalie Sarraute (Natal’ia Černiak) ha incluso con la sua esistenza tutto il Novecento: nata il 18 luglio 1900 in Russia, è morta a Parigi, dove aveva vissuto fin dall’età di otto anni, il 19 ottobre 1999. A riportarla in scena in Italia con Pour un oui ou pour un non sono due grandi attori, sono due “manipolatori della parola” come Franco Branciaroli e Umberto Orsini, ora al Teatro Carignano.

Due vecchi amici si rivedono dopo un lungo immotivato distacco e si interrogano sui motivi della loro separazione, scoprendo che è stata l’ambiguità dell’“intonazione” di alcune parole a incrinare il loro rapporto. Nel raffinato e allo stesso tempo spietato gioco verbale intessuto dai due attori brillano i loro diversi stili recitativi, più ironico quello di Branciaroli, più analitico quello di Orsini. Entrambi fanno della misura e della rarefazione del gesto la chiave interpretativa di questo gioco al massacro.

Un altro grande mostro sacro del teatro, Pier Luigi Pizzi, si occupa della traduzione del testo, della regia e della scenografia, in bilico quest’ultima tra realismo – gli iconici pezzi di design del Novecento – e stilizzato simbolismo: per un  crudele/ironico contrappasso Pizzi sceglie dei libri totalmente bianchi per far rivivere il mondo di parole scritte di questa femme de lettres del XX secolo.

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