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Hervé Lacombe ed., Histoire de l’opéra français – De la Belle Époque au monde globalisé
1518 pagine, Fayard, 2022
Con questo terzo volume, il più ponderoso, si completa l’ambiziosa storia dell’opera in Francia arrivata al XX secolo e fino ai primi due decenni del XXI, da Debussy a Saariaho quindi.
Se nell’Ottocento l’opera francese ha continuato a essere definita come espressione artistica distinta dall’opera italiana e da quella tedesca, nel corso del Novecento la internazionalizzazione del repertorio e delle creazioni ha portato a una profonda modificazione della nozione di Scuola Nazionale. L’opera del XX secolo è poi l’opera di tutte le avventure e di tutte le crisi che l’hanno spinta ai limiti delle sue possibilità e ne hanno addirittura minacciato l’estinzione. Di fronte a cambiamenti epocali in ogni settore – il tempo libero, la democratizzazione, la decentralizzazione, il multiculturalismo, la mondializzazione, i linguaggi musicali, la messa in scena, le nuove tecnologie, le avanguardie, i nuovi mezzi di comunicazione, le nuove forme d’arte come il cinema – l’opera si è dovuta reinventare. La capacità dell’opera di appropriarsi di nuovi strumenti e di nuove problematiche del mondo contemporaneo è però stupefacente, come dimostrano le 1500 pagine del volume che esplora i meccanismi, i nuovi valori e le tendenza del teatro in musica d’oggi.
Come in un classico melodramma il volume si apre con un prologo (“Il paesaggio culturale tra Ottocento e Novecento”), una prima parte (“L’attività lirica dalla Belle Époque alla Seconda Guerra Mondiale”), una seconda (“Dal 1945 al 2010”), una terza (“Lo spettacolo lirico: forma e rappresentazione, mediazione e interpretazione”) e un epilogo (“Bilancio dei primi anni del XXI secolo”). Sono presenti nel testo delle dettagliate schede dedicate agli interpreti maggiori – da Edmond Clément a Georgs Thill, da Gérand Souzay a Nathalie Dessay – e indici dei nomi e delle opere.
⸪