
Queen LeaR
Torino, Teatro Astra, 3 gennaio 2020
Shakespeare on stiletto heels
Nel teatro elisabettiano potevano recitare solo uomini. E maschi furono quindi le tre figlie di Lear: Cordelia, Regan e Goneril. Anche qui sulle tavole del torinese teatro Astra, proveniente dal Carcano di Milano, nella rilettura del dramma scespiriano gli interpreti sono tutti uomini e King Lear è Queen, anzi una Drag Queen.
Da un’idea di Francesco Micheli e su un testo di Claire Dowie, le Nina’s Drag Queens, finalmente a Torino, dirigono e interpretano la vicenda del padre (qui una madre) che nella sua cieca follia non riconosce l’amore vero della figlia Cordelia e affida la sua vita invece alle altre due ingrate. La vicenda è fedele al plot originale con gli stessi personaggi, anche se il fool qui è una marionetta e Kent è la fedele dama di compagnia che si ripresenta come Clara (e l’omonimia con la cantante Clara Kent è ironicamente cercata). Lea Rossi (Lea R. dice l’insegna del suo negozio) è ossessionata dalle bambole e avviata alla demenza senile: il tema della vecchiaia è infatti l’oggetto di questa irriverente lettura che a momenti di sarcastico umorismo accosta amare riflessioni sulla senescenza, la malattia, la morte. L’attualità è invece presente nel personaggio di Edmund, qui immigrato badante nella casa di riposo. Con gli ineffabili versi di famose canzonette cantati dal vivo sulle musiche di Enrico Melozzi, lo spettacolo si sorregge sull’eccezionale bravura dei cinque interpreti: Alessio Calciolari, Gianluca di Lauro, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò e il sempre sorprendente Sax Nicosia, vecchia Lea dalle mille sfaccettature. Ancora due serate.
⸪