Giulio Cesare in Egitto

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Da portare sull’isola deserta

La più popolare delle opere di Händel, il Giulio Cesare in Egitto (1724, o più semplicemente Giulio Cesare), su libret­to ancora una volta dello Haym, ebbe imme­diatamente un grande successo grazie soprattutto al protagonista, il castrato Se­nesino, vero idolo dell’epoca.

Ecco come i librettisti Giacomo Francesco Bussani e Nicola Francesco Haym presentavano l’argomento il 20 febbraio 1724: «Giulio Cesare dittatore, dopo aver soggiogate le Gallie, non avendo potuto per opere di Curio tribuno ottenere il consolato, si portò con tant’impeto all’eccidio della libertà latina che si dimostrò più nemico di Roma che cittadino romano. Il senato intimorito, per opprimer la sua potenza, opposegli il gran Pompeo, il quale con poderoso esercito incontrollo ne’ Campi Farsalici, ov’egli fu da Cesare sconfitto: dopo la rotta, Pompeo, memore de’ benefici prestati alla corona de’ Tolomei, colà pensò di ricovrarsi, assieme con Cornelia sua moglie, e Sesto Pompeo suo figlio, in tempo che Cleopatra e Tolomeo, re giovane, tiranno e lascivo, più crudeli nemici, che germani, vicendevolmente armavano per la pretendenza dello scettro. Cicerone rimase prigioniero, il buon Catone si svenò in Utica, e Scipione con le reliquie delle legioni latine errò fuggitivo per l’Arabia. Conoscendo Cesare che la sola depressione di Pompeo poteva stabilirlo solo imperatore di Roma, lo seguitò in Egitto. Tolomeo, per obbligar Cesare, al suo partito contro Cleopatra, barbaro di costumi, ed empio di fede, fattone scempio per consiglio di Achilla fecegli presentare il di lui capo tronco dal busto. Pianse Giulio Cesare, vista la testa del nemico, tacciò di troppa arditezza Tolomeo, il quale a suggestione del consigliero scellerato, violando con ordita congiura la fede dell’ospizio, necessitò poco dopo Cesare istesso a gettarsi dalla reggia nel porto: si salvò Giulio a nuoto; mosse le armi all’espugnazione del tiranno, il quale nel fatto d’arme restò morto; ed acceso dalle bellezze di Cleopatra la sollevò al soglio d’Egitto, calcando egli il trono del mondo, primo imperator de’ romani. Si legge questo fatto ne’ Commentari di Cesare, lib. 3 e 4, in Dione, lib. XLII, ed in Plutarco, ne La vita di Pompeo e di Cesare. Tutti questi autori certificano che Tolomeo, dopo essere stato vinto da Cesare, morisse nella battaglia, ma non è ben certo come; onde si è trovato sì necessario in questo dramma che Sesto Pompeo facesse la vendetta del padre, che si è fatto ch’egli abbia ucciso Tolomeo, non variandosi l’istoria che nelle circostanze dei fatti seguiti». In sintesi, Cesare ha sconfitto Pompeo nella campagna del 48 a.C., ma ha a che fare con i due fratelli Tolomeo e Cleopatra, antagonisti in lotta per il regno d’E­gitto. Per ingraziarsi il vincitore e mante­nere il potere Tolomeo fa avere a un Cesare inorridito la testa mozzata di Pompeo, mentre Cleopatra usa le sue arti ammaliatri­ci per conquistare il conquistatore. Alla fine i buoni vinceran­no e i cattivi rimarranno uccisi o vinti».

Atto primo. Dopo l’ouverture, il coro intona un canto di vittoria che paragona Cesare a Ercole. Giulio Cesare e le sue truppe vittoriose arrivano sulle rive del fiume Nilo dopo aver sconfitto le forze di Pompeo. La seconda moglie di Pompeo, Cornelia, chiede pietà per la vita del marito. Cesare acconsente, ma a condizione che Pompeo lo veda di persona. Achilla, capo dell’esercito egiziano, presenta a Cesare una scatola contenente la testa di Pompeo. È un segno di sostegno da parte di Tolomeo, il co-reggente d’Egitto (insieme a Cleopatra, sua sorella). Cornelia sviene e Cesare si infuria per la crudeltà di Tolomeo. L’assistente di Cesare, Curio, si offre di vendicare Cornelia, sperando che lei si innamori di lui e lo sposi. Cornelia rifiuta addolorata l’offerta, dicendo che un’altra morte non allevierebbe il suo dolore. Sesto, figlio di Cornelia e Pompeo, giura di vendicarsi della morte del padre. Cleopatra decide di usare il suo fascino per sedurre Cesare. Achilla porta a Tolomeo la notizia che Cesare è furioso per l’omicidio di Pompeo. Tolomeo giura di uccidere Cesare per proteggere il suo dominio sul regno. Cleopatra (sotto mentite spoglie) va a incontrare Cesare nel suo accampamento sperando che la sostenga come regina d’Egitto. Cesare è stupito dalla sua bellezza. Nireno constata che la seduzione è riuscita. Nel frattempo, Cornelia continua a piangere la perdita del marito e si prepara a uccidere Tolomeo per vendicare la morte di Pompeo, ma viene fermata da Sesto, che promette di farlo al suo posto. Cesare, Cornelia e Sesto si recano al palazzo egizio per incontrare Tolomeo. Cleopatra ritiene che, avendo messo Cesare, Cornelia e Sesto contro Tolomeo, la bilancia penda a suo favore. Cesare incontra Tolomeo, che gli offre una stanza negli appartamenti reali, anche se Cesare dice a Curio che si aspetta che Tolomeo lo tradisca. Tolomeo è affascinato dalla bellezza di Cornelia, ma ha promesso ad Achilla di poterla avere. Sesto tenta di sfidare Tolomeo, ma non ci riesce. Quando Cornelia respinge Achilla, quest’ultimo ordina ai soldati di arrestare Sesto.
Atto secondo. Nel palazzo di Cleopatra, travestita da Lidia, usa il suo fascino per sedurre Cesare e canta le lodi dei dardi di Cupido e Cesare ne è entusiasta. Nireno dice a Cesare che Lidia lo sta aspettando. Nel palazzo di Tolomeo, Cornelia si lamenta del suo destino. Achilla supplica Cornelia di accettarlo, ma lei lo respinge. Quando se ne va, anche Tolomeo cerca di conquistarla, ma viene respinto. Pensando che non ci sia speranza, Cornelia tenta di togliersi la vita, ma viene fermata da Sesto, scortato da Nireno. Nireno gli rivela la brutta notizia che Tolomeo ha dato ordine di mandare Cornelia nel suo harem. Tuttavia, Nireno escogita un piano per far entrare di nascosto Sesto nell’harem insieme a Cornelia, in modo che Sesto possa uccidere Tolomeo quando è solo e disarmato. Sesto entra nel giardino del palazzo, desideroso di combattere Tolomeo per aver ucciso suo padre. Nel frattempo, Cleopatra attende l’arrivo di Cesare nel suo palazzo. Tuttavia, Curio irrompe all’improvviso e avverte Cesare che è stato tradito e che i nemici si stanno avvicinando gridando «Morte a Cesare». Cleopatra rivela la sua identità e, dopo aver sentito i nemici dirigersi verso di loro, chiede a Cesare di fuggire, ma lui decide di combattere. Cleopatra, innamoratasi di Cesare, implora gli dèi di proteggerlo. Tolomeo si prepara a entrare nel suo harem e mentre cerca di sedurre Cornelia, Sesto accorre per uccidere Tolomeo, ma viene fermato da Achilla. Achilla annuncia che Cesare nel tentativo di sfuggire ai soldati è saltato dalla finestra del palazzo ed è morto. Achilla chiede nuovamente la mano di Cornelia, ma viene rifiutata da Tolomeo. Furioso, Achilla se ne va. Sesto si sente distrutto e tenta di uccidersi, ma viene impedito dalla madre e ripete il voto di uccidere Tolomeo.
Atto terzo. Furioso con Tolomeo per essergli stato ingrato nonostante la sua fedeltà, Achilla progetta di disertare dalla parte di Cleopatra, ma Tolomeo lo pugnala prima di farlo. Mentre si scatena la battaglia tra l’esercito di Tolomeo e quello di Cleopatra, Tolomeo celebra la sua apparente vittoria contro Cleopatra. Cleopatra lamenta di aver perso sia la battaglia sia Cesare, tuttavia, Cesare non è morto: è sopravvissuto al suo salto e sta vagando nel deserto alla ricerca delle sue truppe. Mentre cerca Tolomeo, Sesto trova Achilla, ferito e quasi morto, che gli consegna un sigillo che lo autorizza a comandare le sue armate. Cesare appare e chiede il sigillo, promettendo che o salverà Cornelia e Cleopatra o morirà. Con Cesare vivo e Achilla morto, Sesto si risolleva e giura di continuare a combattere. Cesare prosegue verso l’accampamento di Cleopatra è felicissima di vederlo. A palazzo, Sesto trova Tolomeo che cerca di violentare Cornelia e lo uccide. Dopo aver vendicato Pompeo, Cornelia e Sesto festeggiano la morte di Tolomeo. Cesare e Cleopatra entrano vittoriosi ad Alessandria e Cesare proclama Cleopatra regina d’Egitto promettendole il suo sostegno. Si dichiarano reciprocamente il loro amore. Cesare proclama poi la liberazione dell’Egitto dalla tirannia e auspica che la gloria di Roma si diffonda. Nel coro finale l’intero cast (compresi i defunti Achilla e Tolomeo) si riunisce sul palco per celebrare la forza dell’amore e il trionfo del bene sul male.

Le arie dell’opera (1) sono nella classica forma tripartita in cui la prima strofa è esposta due volte, poi viene la seconda strofa e infine c’è il da capo con la ripresa della prima sezione. In definitiva quasi una forma pentapartita in cui le ripetizioni non interrompono l’azione poiché il da capo con le sue variazioni riprende, rafforza e sviluppa quanto affermato nella prima sezione e l’abilità dell’interprete sta proprio nel gestire queste variazioni che sono lasciate dal compositore al suo gusto e alle sue capacità. Duetti, cori, recitativi accompagnati e altre pagine strumentali completano questa splendida partitura.

Il ruolo del protagonista è ora comunemente assegnato a un contro­tenore (come Andreas Scholl nell’edizione di Salisburgo con la regia di Moshe Leiser e Patrice Caurier) o a una voce femminile di mezzosoprano, come è il caso di questa produzione. Ma c’è stato un tempo in cui il ruolo veniva ab­bassato di un’ottava e affidato a un baritono: Walter Berry con Leitner (1965), Norman Treigle con Rudel (1967) o Dietrich Fischer-Dieskau nella discussa edizione diretta da Karl Richter (1969).

Qui siamo a Glyndebourne nel 2005 e la messa in scena è affidata a quel ge­nio di David McVicar che trasporta la vicenda alla fine dell’epoca coloniale britannica. Da allora questa produ­zione continua a essere presentata in tutto il mondo e anche oggi (marzo 2013) si può vedere in scena al Metropolitan Opera House di New York. La sua regia, i balletti in stile Bollywood, le scenografie e i costu­mi fanno di questo spettacolo uno dei più affascinanti che si possano vede­re in giro.

Il cast della produzione di Glyndebourne è superlativo. Sa­rah Connolly è perfetta nella linea del canto e anche convincente nel suo ruolo en travesti. Angelika Kirschlager delinea con gran­de intensità il personaggio di Sesto, il figlio di Pompeo che vuole vendicare la morte del padre. Patri­cia Bardon è una dolente Cor­nelia. Christophe Dumaux presta con con­vinzione la sua voce di controtenore alla figura del perfido Tolomeo e si dimostra pure un discreto acrobata. Ma il clou della serata è rappresentato dalla performance della australiana di nascita, ma americana di formazione, Danielle de Niese, una Cleopatra giova­ne, affascinante e spiritosa che reci­ta, canta e balla con quella professionalità poco conosciuta da noi al di qua dell’oceano.

In buca il sommo William Christie dipana le meravigliose musiche con la maestria che gli conosciamo. Ottima qualità video e sonora, oltre cinque ore su due di­schi ed extra golosi. Da portare sull’isola deserta se è l’unico DVD che ci è concesso.

(1) Ecco la struttura dell’opera:
Ouverture
Atto I
1. Viva, viva il nostro Alcide!, coro
2. Presti omai l’egizia terra (Cesare)
3. Empio, dirò tu sei (Cesare)
4. Priva son d’ogni conforto (Cornelia)
5. Svegliatevi nel core (Sesto)
6. Non disperar, chi sa? (Cleopatra)
7. L’empio, sleale, indegno (Tolomeo)
8. Alma del gran Pompeo, recitativo accompagnato (Cesare)
9. Non è sì vago e bello (Cesare)
10. Tutto può donna vezzosa (Cleopatra)
11. Nel tuo seno amico sasso, arioso (Cornelia)
12. Cara speme, questo core (Sesto)
13. Tu la mia stella sei (Cleopatra)
14. Va tacito e nascosto (Cesare)
15. Tu sei il cor di questo core (Achilla)
16. Son nata/o a lagrimar/sospirar, duetto(Cornelia e Sesto)
Atto II
17. V’adoro, pupille (Cleopatra)
18. Se in fiorito ameno prato (Cesare)
19. Deh, piangete, oh mesti lumi, arioso (Cornelia)
20. Se a me non sei crudele (Achilla)
21. Sì, spietata, il tuo rigore (Tolomeo)
22. Cessa omai di sospirar (Cornelia)
23. L’angue offeso mai riposa (Sesto)
24. Venere bella (Cleopatra)
25. Al lampo dell’armi, aria e coro (Cesare)
26. Che sento? Oh Dio! Morrà Cleopatra ancora arioso, recitativo accompagnato (Cleopatra)
27. Se pietà di me non senti (Cleopatra)
28. Belle dee di questo core (Tolomeo)
29. L’aure che spira (Sesto)
Atto III
30. Dal fulgor di questa spada (Achilla)
31. Domerò la rua fierezza (Tolomeo)
32. Piangerò la sorte mia (Cleopatra)
33. Dall’ondoso periglio, recitativo accompagnato e aria (Cesare)
34. Quel torrente, che cade dal monte (Cesare)
35. La giustizia ha già sull’arco (Sesto)
36. Voi che mie fide ancelle un giorno foste, recitativo accompagnato (Cleopatra)
37. Da tempeste il legno infranto (Cleopatra)
38. Non ha più che temere (Cornelia)
39. Più amabile beltà, duetto (Cleopatra e Cesare)
40. Ritorni omai nel nostro core, coro e duetto (Cleopatra e Cesare)