Mefistofele

Mefistofele - Pfingstfestspiele Baden-Baden 2016 - Erwin Schrott (Mefistofele), Charles Castronovo (Faust), Alex Penda (Margherita), Angel Joy Blue (Elena), Philharmonia Chor Wien, Münchner Philharmoniker, Stefan Soltész (Dirigent)

Arrigo Boito, Mefistofele

Baden-Baden, Festspielhaus, 19 maggio 2016

★★★★☆

(video streaming)

L’intrigante Mefistofele pop di Himmelmann

Il Festival di Pentecoste di Baden-Baden conclude la sua perlustrazione del mito faustiano: dopo il Gounod del 2014 e il Berlioz del 2015 è ora la volta del Mefistofele di Arrigo Boito, opera di rara esecuzione in terra tedesca. Questa eccellente produzione ne spianerà sicuramente la strada ad una maggior popolarità. Dopo quelle di Carsen, ben poche sono le produzioni di Mefistofele che siano risultate convincenti. Questa di Philipp Himmelmann lo è.

Lunghe tende di filamenti argentati formano la semplice scenografia di Johannes Leiacker che ha come contrasto la ricca varietà di costumi di Gesine Völlm. Nel coro ognuno ha una sua individualità, sorprendentemente espressa nel prologo dove in scena si vedono apparire, come anime più o meno beate, personaggi e interpreti usciti dal nostro immaginario cinematografico o (tele)visivo: Charlie Chaplin ed Eliza Doolittle, Marilyn Monroe e Scartlett O’Hara, Elvis Presley e Michael Jackson, Maria Callas e Amy Winehouse, Louis de Funès e Judy Garland, Edith Piaf e Klaus Nomi, e quant’altri riusciamo a riconoscere.

Un enorme teschio, realistico memento mori, troneggia in scena. Le orbite vuote, le narici  sono antri in cui si rifugiano i personaggi, mentre sulla superficie vengono proiettate le intriganti immagini video di Martin Eidenberger: costellazioni, formule matematiche e chimiche, prati fioriti di margherite, repellenti vermi brulicanti che si trasformano in fiamme infernali, paesaggi attraversati in volo, sangue che cola – tutte in perfetto accordo con la musica.

Nella visione del regista il mondo di Mefistofele è uno spettacolo di rivista che ben si addice alla inorganica scrittura del lavoro di Boito, fatto di scene disgiunte prive di un coerente tessuto drammatico. Qui il diavolo è il mattatore di questo spettacolo magniloquente e gli umani sono i malcapitati personaggi del suo trastullo.

Nel ruolo titolare ritorna ancora una volta il basso-baritono uruguayano Erwin Schrott, un cinico e spietato, seducente e beffardo Mefistofele, un po’ androide come il Gigolo Joe di Jude Law in A.I. Artificial Intelligence, il film di Spielberg. In giacca di lamé aperta sul petto tatuato e con la bocca sensuale spesso bloccata in una smorfia di stupore o derisione, Schrott è attore straordinario e cantante spettacolare, anche se la potenza vocale è ottenuta sforzando un po’ nel registro basso. Volume e musicalità eccellenti per il tenore americano Charles Castronovo, Faust, che sfoggia grande sicurezza e squillo quando necessita, ma anche espressive mezze voci. Questa è la sua più convincente interpretazione dopo altre non sempre esaltanti. Con i tempi lentissimi staccati dal direttore in «L’altra notte in fondo al mare» il soprano bulgaro Alex Penda è stata una Margherita drammaticamente sconvolgente e scenicamente toccante. Timbro di velluto per Angel Joy Blue, Elena di sontuosa presenza accompagnata dall’intensa Pantalis di Luciana Mancini. Eccellente il resto del cast, ma sono il Coro Filarmonico di Vienna e il coro di voci bianche Cantus Juvenum Karlsruhe che meritano grandi lodi. Possente e individualizzato in ottimi attori il primo, preciso il secondo.

Il direttore ungherese Stefan Soltész mette in evidenza la ricca scrittura strumentale del lavoro e passa agilmente dall’enfasi delle parti corali all’intimismo dei numeri solistici. Il suo gesto è ben assecondato dall’orchestra dei Münchner Philharmoniker.

Mefistofele - Pfingstfestspiele Baden-Baden 2016 - Erwin Schrott (Mefistofele), Charles Castronovo (Faust), Alex Penda (Margherita), Angel Joy Blue (Elena), Philharmonia Chor Wien, Münchner Philharmoniker, Stefan Soltész (Dirigent) mefistofele1-949x466

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