
★★★★☆
Allestimento filologico per la prima opera di Lully
La stessa compagine orchestrale (Le Poème Harmonique), lo stesso direttore (Vincent Dumestre) e lo stesso regista (Benjamin Lazar) de Le bourgeois gentilhomme, nel gennaio 2008 presentano all’Opéra Comique di Parigi il lavoro con cui Lully abbandona il genere comédie-ballet e il sodalizio con Molière per intraprendere la strada della tragédie-lyrique, qui su testo di Philippe Quinault, per la seconda volta suo librettista dopo la pastorale Les fêtes de l’Amour et de Bacchus dell’anno precedente. La scelta cade su Cadmus et Hermione, un soggetto tratto dalle inesauribili Metamorfosi di Ovidio.
Ancora una volta sono le liti tra Giove e Giunone all’origine delle disavventure di una coppia, qui il principe Cadmo ed Ermione, figlia di Venere e Marte. Il padre ha promesso la ragazza al gigante Draco e per conquistarla Cadmo dimostra il proprio coraggio in diverse azioni eroiche, ma può ricongiungersi all’amata solo grazie all’intervento di Pallade e Cupido. Nel finale del quinto atto gli dèi, discesi sulla terra, festeggiano le nozze dei due innamorati.
Per Lully con questo Cadmus et Hermione si trattava di confrontarsi con l’opera italiana che a Parigi andava per la maggiore a quel tempo. Qui balletti e pantomime sono ridotti allo stretto necessario, ma non manca il prologo encomiastico per il monarca, probabilmente presente alla prima del 27 aprile 1673 all’Académie Royale de Musique.
Il lavoro presenta già le principali caratteristiche del nuovo genere sia nell’ouverture sia nell’articolazione in un prologo e cinque atti «ciascuno dei quali introdotto da una sezione strumentale e costruito intorno a un evento che a sua volta dà luogo a un divertissement composto di musica e danza; e ancora, nella scelta di soggetti per lo più attinti alla mitologia, in cui l’argomento amoroso si intreccia con i temi del dovere e della gloria; infine, nella messa in scena estremamente fastosa. Dal punto di vista musicale, Lully risponde alle critiche riguardo l’inverosimiglianza dei dialoghi cantati dell’opera italiana adottando una declamazione sillabica estremamente duttile, in cui il ritmo musicale asseconda il testo, e annulla la distinzione netta tra recitativo e aria nel fluire di récits e brevi airs senza fioriture (si pensi allo stupore di Goldoni, che all’Opéra Française attendeva invano un’aria orecchiabile, quando il vicino lo rassicurò ridendo che nell’atto appena terminato si erano ascoltate ben sei arie!). In tutte le tragédies il prologo costituisce un’allegoria neppure troppo velata dello splendore di Luigi XIV e degli eventi politici più recenti; nel caso di Cadmus et Hermione il sovrano è raffigurato dal Sole, che sconfigge l’Invidia e il mostruoso serpente Pitone, emerso dalla palude (simbolo della minaccia degli olandesi, che durante la guerra con la Francia avevano aperto le dighe inondando il territorio)». (Clelia Parvopassu)
Se nello spettacolo del 2004 la scenografia si era limitata a disegnare un ambiente unico per le vicende domestiche di monsieur Jourdain, qui Benjamin Lazar utilizza un ricco apparato scenografico barocco con quinte dipinte. Essenziali i numeri danzati sulle coreografie filologiche di Gudrun Skamletz. Anche qui si ammira la professionalità degli artisti impegnati in scena e la sapiente direzione orchestrale. Sarà però perché manca l’effetto choccante dell’altro allestimento, lo spettacolo questa volta è meno sorprendente e un filino di noia si fa strada negli estenuati lamenti amorosi dei piumati protagonisti.
Questa volta il DVD contiene sottotitoli in italiano.
⸪