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Pierre Corneille, L’illusion comique
regia di Fabrizio Falco
Torino, Teatro Gobetti, 17 gennaio 2018
Il Pirandello del Grand Siècle
Debutto in prima nazionale di questo spettacolo che mette coraggiosamente in scena un lavoro cruciale di uno dei più grandi drammaturghi del teatro dell’occidente. Assieme a Molière e Racine, Pierre Corneille ha dominato non solo il teatro ma tutta la cultura del Seicento, e non solo francese.
Scritta nel 1635 – epoca in cui convivono generi teatrali diversi, dalla commedia dell’arte, alla tragedia (“tragicomédie” sarà definito il suo Cid di due anni dopo) alla nascente tragédie lyrique in musica – L’illusion comique è formata da cinque atti: il primo è un prologo che richiama nello stile una commedia pastorale, i tre atti centrali sono una “commedia imperfetta” e l’ultimo una tragedia. Il lavoro si inseriva allora in un filone alla moda che esaltava il teatro come la macchina perfetta per produrre illusioni. Il mezzo qui è quello del teatro nel teatro e il titolo della pièce va inteso come L’illusione teatrale.
Le vicende di Pridamant, padre oppresso dalla colpa di aver lasciato andare via il figlio Clindor e che ora vuol avere notizie delle sue peripezie affidandosi al mago Alcandre che gliele “rappresenta”, è elegantemente messa in scena dal giovane Fabrizio Falco, che si ritaglia per sé il personaggio di Clindor. Un altro giovane attore, Matthieu Pastore, ha modo di divertire e divertirsi con il gradasso Matamore, diretto erede della maschera del Miles gloriosus plautino, che esprime le sue fanfaronate in tre lingue.
Nell’intelligente trasposizione scenica a tratti affiorano alcuni versi che richiamano da lontano la metrica degli alessandrini originali. Belli i ricchi costumi e le semplici scenografie di Eleonora Rossi ben evidenziate dal gioco luci di Pasquale Mari. L’atmosfera sonora di Angelo Vitaliano non cerca di riproporre stilemi di musica barocca e risulta efficace nella sua modernità.
⸪