Teatro Ventidio Basso
Ascoli Piceno (1846)
842 posti
La storia del Teatro Ventidio Basso comincia nel 1839, quando il consiglio comunale di Ascoli Piceno delibera la costruzione di un nuovo teatro da sostituire a quello di legno che aveva sede all’interno del palazzo dell’Arengo. Per Ascoli Piceno si tratta di una millenaria tradizione culturale proveniente dall’antico Teatro Romano adiacente la Porta Gemina e dall’Anfiteatro di Piazza San Tommaso. Nel 1839 il progetto del nuovo teatro fu affidato ad Ireneo Aleandri, già ideatore dello Sferisterio di Macerata e del Teatro Nuovo di Spoleto e venne stabilita anche la sede del teatro nel palazzo di Via del Trivio. Dalla data in cui fu messa la prima pietra, nel 1841, alla conclusione dei lavori il percorso che portò alla costruzione fu assai complesso. Tra ostacoli e resistenze, alla fine i lavori già avviati furono affidati all’architetto Giovan Battista Carducci. All’apertura, che fu evento solenne, due grandi recite: Ernani e I Puritani. Il dedicatario del teatro fu Publio Ventidio Basso, un eroe ascolano del I secolo d.C. che Pompeo Magno elevò al grado di console per le sue eroiche gesta.
La facciata neoclassica, in travertino rifinito, presenta un colonnato centrale composto da sei colonne ioniche in pietra, aggiunte da Gabriele Gabrielli nel 1851, che formano un pronao, su cui s’aprono tre porte che accedono all’atrio arricchito da nicchie e statue opera di Giorgio ed Emidio Paci e un soffitto a cassettoni in stucco. Al secondo piano, due finestre archivoltate e lunettate sono in corrispondenza delle due lunette del piano terra; al centro, su un colonnato d’ordine corinzio, tamponato, fanno bella mostra tre luci neoclassiche. Una seconda trabeazione, su cui si leva un timpano triangolare di coronamento, completa l’elegante ma austera costruzione. Al piano superiore c’è il foyer, impreziosito da decorazioni con stucchi. Questi sono stati realizzati in oro da Giorgio ed Emidio Paci, su disegno dell’architetto Giambattista Carducci. Altre decorazioni come il sipario raffigurante Il trionfo di Ventidio Basso sui Parti, i quadri di mezzo, le muse, le medaglie furono opera dell’anconetano Vincenzo Podesti. I volti degli affreschi di Pietro Carbonari di Jesi ed il soffitto fu dipinto da Ferdinando Cicconi. I meccanismi del palcoscenico furono curati da Gabriele Ferretti di Ancona.
A partire dagli anni settanta del secolo scorso il teatro ha dovuto far fronte alle molte difficoltà incontrate, sia per una cattiva gestione privata sia per le gravi scosse sismiche del novembre 1971 che danneggiarono il tessuto urbano di Ascoli. Fu necessario un lungo restauro, avviato nel 1980, che tenne il teatro chiuso per quattordici lunghi anni. Nel mese di ottobre del 1994 finalmente l’attesa serata di riapertura con la Traviata. Il teatro appare oggi abbellito da colori forti tra i quali spicca la tinta verde caratteristica, il rosso dell’arredo e da decori sontuosi.
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