Festen

Festen

regia di Marco Lorenzi

Torino, Teatro Astra, 13 gennaio 2023

C’è del marcio in Danimarca

Dopo Hedda Gabler e Spettri, con Festen facciamo conoscenza di una famiglia che fa sembrare quelle di Ibsen quasi famiglie modello.

Siamo nuovamente al Nord, in Danimarca questa volta, dove i Klingenfeld sono riuniti nella loro lussuosa villa per festeggiare i sessant’anni di Helge, magnate dell’acciaio. Tra gli ospiti troviamo i figli Christian, Helene e Michael. La quarta, Linda, è morta suicida l’anno prima. Durante il brindisi il primogenito Christian raggela l’ambiente festaiolo rivelando che il padre ha ripetutamente abusato sessualmente di lui e della sorella gemella quando erano bambini e lo accusa inoltre di essere colpevole del suicidio di Linda, la figlia che non ha sopportato quel peso. I rapporti famigliari ne risultano devastati, ma con questo gesto Michael si è liberato e può andarsene via definitivamente da quella casa e ritornarsene alla sua Parigi.

Film di grande successo del 1998 diretto da Thomas Vintenberg, Festen (Festa in famiglia in italiano, The Celebration in inglese) riprende una più idonea forma teatrale – la vicenda è caratterizzata infatti da unità d’azione, di tempo, di spazio ed è ambientata praticamente tutta in interni – in questa produzione di Marco Lorenzi che ha adattato in italiano il testo di Mogens Rukov e Bo Hr. Hansen. Coprodotto con Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Solares Fondazione delle Arti, è ora al Teatro Astra per la stagione del Teatro Piemonte Europa uno spettacolo che deve il suo grande successo alla affiatata compagnia di attori e alla inedita tecnica rappresentativa con uno schermo su cui vengono proiettate le immagini riprese in tempo reale. Questo non solo richiama il mezzo cinematografico dell’originale, ma evidenzia il parallelismo tra realtà percepita e realtà vera su cui si basa il dramma. Dietro un telino semi-trasparente vediamo la ripresa il cui risultato appare sullo schermo: la realtà manipolata ad uso dello spettatore. I temi dei tabù, dei rapporti con la figura paterna, del potere, dell’ipocrisia sociale vengono spietatamente messi a nudo. Un misto di tragedia greca,  Amleto e fiabe dei fratelli Grimm: i riferimenti ai piccoli Hänsel e Gretel portati nel bosco dai genitori sono frequenti e rendono lo spettacolo di grande impatto emotivo anche grazie alla efficacia degli interpreti: Danilo Nigrelli (il patriarca Helge), Irene Ivaldi (la moglie che sapeva e ha taciuto), Yuri D’Agostino (il maestro di cerimonie Helmut), Elio D’Alessandro (l’intenso interprete del primogenito Christian), Roberta Lanave (la cameriera Pia e il fantasma di Linda), Carolina Leporatti (la moglie di Michael), Barbara Mazzi (la seconda figlia Helene), Raffaele Musella (il giovane Michael), Angelo Tronca (il domestico Kim e il nonno), tutti calorosamente applauditi dal folto pubblico.

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