Bill Viola

Bill Viola, Emergence, 2002

Bill Viola

Milano, Palazzo Reale, 27 aprile 2023

Il tempo e la morte

Per la prima volta è a Milano Bill Viola con quindici delle sue opere più iconiche, alcune viste raramente. I temi sono quelli a cui ci ha abituato: il tempo, l’acqua, la pittura del passato, ma qui particolare evidenza ha il tema della morte.

Il tempo lo viviamo nella lentissima ripresa di The Quintet of the Silent, un video dove cinque uomini sono attraversati da un’ondata di emozioni intense che minaccia di sopraffarli fino a un punto estremo. Poi la tensione cala e li lascia esausti.

Ispirati a pitture sono molti lavori di Viola, come The Greeting (1995), tratto da una tela del Pontormo, già presente alla mostra di Palazzo Bonaparte a Roma l’anno scorso. Qui Emergence rilegge la Pietà di Masolino da Panicale che raffigura Cristo che risorge dal sepolcro, assistito dalla Madonna e da San Giovanni, mentre il video mostra le immagini di un giovane che, allo stesso modo, sta sorgendo non da un sepolcro ma da una cisterna traboccante d’acqua, elemento che, in questo caso, rappresenta entrambi gli estremi della vita e della morte, dell’annegamento e della nascita: Viola sfuggì all’annegamento da giovane nel lago Tahoe e il ricordo, intenso ma non traumatico, di quell’esperienza lo ritroviamo nell’acqua che abbonda nei suoi video. Come in The Raft: un gruppo di 19 persone di età, etnia e condizioni sociali diverse sono raggruppate come alla fermata di una metropolitana, ignorandosi l’un l’altro, quando due getti potentissimi d’acqua travolgono le persone, le sbattono le une contro le altre, le buttano a terra. Quando l’acqua si ferma lascia il gruppo dolorante e spaventato, un mucchio di corpi in abiti fradici. Il gruppo lentamente si rianima, alcuni si riprendono, altri piangono, altri ancora aiutano i più malconci a rialzarsi. L’umanità, sembra suggerire l’artista, può lavorare insieme per sopravvivere agl’imprevisti e alle catastrofi naturali.

Sul tema della morte è l’opera più sconvolgente, Ocean Without Shore presentata nel 2007 a Venezia nella chiesetta di San Gallo e qui ricreata: un trittico di video su schermi montati sopra elementi architettonici –  là erano gli altari della chiesa sconsacrata – che diventano le porte di passaggio dei morti da e verso il nostro mondo. Attraversando una lama d’acqua i corpi prima in bianco e nero acquistano colore, diventano più tridimensionali. Una ragazza ha solo il coraggio di spingere le dita di una mano attraverso il muro d’acqua, ma gli altri entrano nella nostra dimensione con sguardo smarrito e poi ritornano nell’aldilà e si perdono nella nebbia dei pixel.

Bill Viola, The Quintet of the Silent, 2000

Bill Viola, The Raft, 2004

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