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Domenico Cimarosa, Il matrimonio segreto
★★★☆☆
Torino, Teatro Regio, 19 marzo 2013
Un Matrimonio tradizionale e prevedibile
Lo spettacolo di Michael Hampe si era già visto a Torino nel 2002 ed è qui ripreso dal fido Borrelli. La scena unica di Jan Schlubach vede una struttura architettonica a esedra che si apre sull’azzurro di un esterno indefinito. I costumi sono d’epoca e i movimenti per fortuna non affettati per i protagonisti della vicenda, interpretati da cantanti-attori attenti alla dizione e alla vivacità scenica, elementi essenziali in un’opera come questa.
Le litigiose sorelle Carolina ed Elisetta trovano in Barbara Bargnesi ed Erika Grimaldi due cantanti dai timbri differenziati ma entrambe tendenti a cantare troppo forte e a forzare negli acuti. Meglio la Fidalma di Chiara Amarù, ben caratterizzata sia vocalmente sia scenicamente. Sul fronte maschile anche Emanuele d’Aguanno, Paolino, sforza un po’ nel registro acuto, ma si dimostra ottimo tenore per intensità espressiva e timbro. Come Geronimo abbiamo un Paolo Bordogna in stato di grazia dove qualità vocale e recitazione fanno a gara per delineare il personaggio con efficacia. Elegante e sornione il Conte Robinson di Roberto de Candia. Il duetto del secondo atto che li vede entrambi impegnati è tra i pezzi forti della serata.
Francesco Pasqualetti alla testa dell’orchestra del teatro opportunamente ridotta predilige la chiarezza del suono alle sfumature e alla sensualità e la sua lettura risulta un po’ piattamente risolta sullo stesso peso sonoro.
La tradizionalità e prevedibilità dell’allestimento è piaciuta al pubblico torinese cui vengono raramente proposte opere settecentesche al di fuori di quelle di Mozart.
⸪