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Giuseppe Verdi, Rigoletto
★★★☆☆
New York, Metropolitan Opera House, 13 febbraio 2013
(video streaming)
Rigoletto a Las Vegas
Il lavoro di Verdi più di altri ha fornito l’estro ai registi di attualizzarne la cupa vicenda: dalla Little Italy della mafia anni ’50 della famosa regia di Jonathan Miller del 1982 alla English National Opera e cantata in inglese quindi, alla recentissima edizione circense di Carsen vista il mese scorso a Aix-en-Provence con un Rigoletto dolente clown.
Qui Michael Mayer ambienta la vicenda della maledizione in una sfavillante Las Vegas degli anni ’60, ballerine, neon, giacche luccicanti e auto d’epoca comprese (la povera Gilda anziché in un sacco va a finire nel bagagliaio di una Cadillac) che non tolgono nulla al dramma che si svolge in scena, ma accentuano l’ambiente fatuo e cinico: il duca sembra un Frank Sinatra compromesso nella mafia del gioco d’azzardo, la casa di Sparafucile un sordido motel e Maddalena è una pole-dancer. Come sempre in queste attualizzazioni molte cose si perdono, qui ad esempio non si capisce bene qual è il ruolo di Rigoletto in questa casa da gioco e quale il suo rapporto col nobile signore. Il gioco del regista nell’ammiccare ad altri personaggi noti dell’epoca un po’ viene perso da chi non ha vissuto quel periodo, ma il pubblico del MET nel complesso ha apprezzato questa produzione del 2013, grazie anche a un ottimo cast.
Il baritono serbo Želiko Lučić è un Rigoletto non patetico, ma dalla voce intensa e non scevra di una certa eleganza. Il duca di Piotr Beczała ha lo squillo e la presenza esuberante che il ruolo richiede, Diana Damrau ha la voce perfetta, ma forse la figura non è abbastanza adatta alla parte. Michele Mariotti dirige con sicurezza dimostrando di conoscere bene la partitura verdiana.
⸪