La donna del lago

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★★☆☆☆

Benvenuti nel 50.000 a.C.

Il libretto de La donna del lago di Andrea Leone Tottola è tratto da quel poema di Walter Scott The Lady of the Lake (1810) che ebbe molta influenza nel risvegliare lo spirito dei clan scozzesi. È un best seller quindi quello che si ac­cinge a musicare nel 1819 il pesarese, allora direttore musicale del teatro di San Carlo a Napoli. Il poema non era ancora stato tradotto nella nostra lingua e il Tottola aveva lavorato sulla versione francese (all’epoca in Italia quasi nessuno conosceva l’inglese) e aveva inserito riferimenti al clima ossianico («D’Inibaca, donzella, / che fe’ / d’immenso amor / struggere un dì / Tremmor», ad esempio) del tutto assenti nel romanzo di Scott e facendo di questa la prima opera romantica italiana e prodromo al futuro Guglielmo Tell. Il libretto ha una sua validità drammaturgia, ma è letterariamente spesso risibile e quasi quasi si rimpiange che Rossini non abbia riutilizzato la musica per un testo più accettabile.

Atto I. Scozia, XVI secolo. È l’alba. Sulle sponde del lago Katrine pastori e pastorelle intrecciano canti, mentre lontano squillano i corni dei cacciatori. Elena (la “donna del lago”) saluta l’alba dalla sua barca e canta il suo amore per Malcolm. Dalla vicina rocca di Benledi la osserva il cavaliere Uberto, nome sotto cui si cela il re di Scozia Giacomo V. Uberto è venuto fin lì spinto dal desiderio di ammirare Elena, che gli è stata descritta come donna di grande bellezza; una fama la sua che gli sembra più che meritata. Quando Elena lo scorge Uberto le racconta un’innocente bugia: ha perduto il cammino mentre era a caccia con i suoi compagni. Pietosamente la fanciulla lo invita a raggiungerla sulla barca e andare con lei a ristorarsi a casa sua dall’altra parte del lago. Mentre i cacciatori cercano inutilmente Uberto, nella magione di Elena e di suo padre Douglas, due loro amici, Albina e Serano, si scambiano delle confidenze: apprendiamo così che Giacomo è un oppressore ingiusto, che Rodrigo, che sta per giungere, è il capo dei ribelli e che a lui Douglas ha promesso in sposa Elena per sancire un’alleanza volta a liberare la Scozia dal dominio del re. Giunti a casa di Elena, Uberto scopre con suo disappunto di essere in pericolo perché si trova nell’abitazione di un suo grande nemico, Douglas, il nobile che ha abbandonato la corte del re per schierarsi con i ribelli. Apprende anche che Elena, sua figlia, è sì la promessa sposa di Rodrigo, ma è stata promessa contro la propria volontà e il suo cuore si apre alla speranza di poterla conquistare. Dal canto suo Elena, forse stimolata dalle cortesie del cavaliere, torna ancora una volta col pensiero a Malcolm, il suo amore lontano. Ma il pericolo incombe su Uberto, che controvoglia si separa dalla fanciulla per raggiungere i cacciatori suoi compagni. Albina lo traghetterà sull’altra sponda del lago. Allontanatosi Uberto, compare Malcolm che in solitudine proclama il suo amore per Elena. Sopraggiunge Serano che lo informa che Rodrigo sta arrivando e Douglas è sempre intenzionato a dargli Elena in sposa. Si allontana Serano e giungono Douglas ed Elena, osservati di nascosto da Malcolm. Vincendo la debole protesta della figlia, il padre le ingiunge di sposare Rodrigo e la invita a seguirlo per andargli incontro. Douglas esce e Malcolm si manifesta a Elena; insieme i due innamorati si giurano eterna fede. Nella vicina pianura Rodrigo viene accolto dagli uomini dei clan e da Douglas, seguito da Elena che appare riluttante e, nonostante le pressioni del padre, non riesce a nascondere il suo disagio nell’incontrare il promesso sposo, disagio che non sfugge a Rodrigo. Giunge anche Malcolm con i suoi seguaci; quando i due innamorati si scorgono, il loro turbamento li tradisce con grande ira di Douglas e di Rodrigo. Però si stanno avvicinando anche i soldati di re Giacomo ed il pericolo unisce tutti spronandoli alla battaglia.
Atto II. L’inizio della battaglia è ormai vicino Uberto canta il suo amore per Elena mentre da solo la sta cercando. Elena che si è nascosta in una grotta con Albina e Serano, manda quest’ultimo ad avere notizie del padre. Uberto trova Elena e le dichiara il suo amore, ma Elena gli confida di essere innamorata di Malcolm e che lui è senza speranza. Romanticamente Uberto rispetta la sua scelta e, non solo rinuncia a lei, ma prima di lasciarla compie un gesto molto generoso: le dona un anello del re Giacomo, invitandola a presentarlo al re per avere la grazia qualora lei, il padre o l’amante fossero in pericolo. Intanto giunge alla grotta anche Rodrigo seguito da uno stuolo di guerrieri; Uberto e Rodrigo si affrontano e infine si scagliano l’uno contro l’altro ingaggiando un aspro duello che li allontana dalla grotta seguiti da Elena e dai guerrieri. A sua volta Malcolm arriva alla grotta dove incontra Albina; la battaglia sta volgendo al peggio per i clan e lui è venuto a cercare Elena per metterla in salvo. Arriva anche Serano che dice che Douglas intende consegnarsi al re per evitare ulteriori sofferenze alla patria. Di questo ha informato Elena che è corsa alla reggia. Infine sopraggiungono alcuni guerrieri con la notizia che Rodrigo è stato ucciso e il re ha vinto. Disperato Malcolm parte con i guerrieri. Nella reggia di Stirling, dopo aver vinto in incognito il torneo indetto dal re per celebrare la vittoria, Douglas si consegna a Giacomo. Giunge anche Elena cercando del re e mostrando l’anello ricevuto da Uberto. Viene condotta da colui che crede Uberto e che si rivela essere re Giacomo. Generosamente il re perdona Douglas e gli restituisce il suo precedente stato di nobile. Elena chiede la grazia anche per Rodrigo, ma il re la informa che è morto. Poi fa venire avanti Malcolm, che è suo prigioniero, lo grazia e gli concede la mano dell’amata. Elena si abbandona ad un canto pieno di felicità e gratitudine per il sovrano e tutti cantano le lodi del re per la sua magnanimità.

Presentata il 24 ottobre 1819 con esito mediocre al San Carlo con lsabella Colbran (Elena) e Giovanni David (Uberto/re Giacomo), l’opera rimase assente quasi un secolo dalle scene per tornare nel 1958 con Tullio Serafin a Firenze nel pieno della Rossini-renaissance, poi alla RAI di Torino nel 1970 con la Caballé. L’edizione del 1992 al Teatro Alla Scala si avvale dell’edizione criti­ca presentata al Rossini Opera Festival nel 1981. Siamo nell’epoca Muti ed è infatti il Maestro a dirigere l’or­chestra del Tempio, con esiti non sempre felici in termini di leg­gerezza e agogica per i cantanti e con una visione della partitura di neoclassica freddezza, più che di protoromanticismo.

La stessa freddezza la troviamo nell’interpretazione della Anderson, corretta, ma non trascinante. Assenza di colori ed espressività anche per il Malcom della Dupuy. Di Rockwell Blake (Blacke nel di­sco) che dire? Sarà an­che il moderno creatore della parte di Uberto/Re, ma il suo canto gridato è decisamente fastidioso e la voce sgradevole più del solito. Sfocato anche Chris Merritt in Rodrigo. Un accettabile Surjan come Duglas completa il cast maschile.

La regia di Werner Herzog non ha nessuna delineazione dei personaggi e si limita a schierare il coro immobile e con lan­cia in pugno attorno ai cantanti principali anche nei momenti di maggiore intimità dei due protagonisti, i quali si muovono con gesti stereoti­pati e inespressivi. Le scene di Balò immergono la vicenda in una primitiva landa tra rocce cupe e scoscesi dirupi (chissà se uno dei due è mai stato in Scozia visto che la imma­ginano come un paesaggio pre-cam­briano e ipogeo) con dispendio di tonnel­late di cartapesta/re­sina e vernice nera. Anche il lago non è che una nebbiolina incastrata tra le nere stalagmiti. Pare di essere sul set di Conan il barbaro, ma senza Schwarzenegger.

Però sono i costumi di Blumauer il tocco finale. Onore al me­rito e alla professionalità dei cantanti per aver avuto il coraggio di andare in scena conciati così: la Dupuy è vestita come uno de­gli Ewoks (gli orsetti di Return of the Jedi), Bla­ke nel primo atto ha in testa un intero uccello (civetta o falco, non si capisce) e Merritt sotto la pelliccia ha una specie di len­zuolone rosa.

Nessun extra nel video né informazione scritta di accompa­gnamento nella confezione e questa è l’unica edizione video in com­mercio dell’opera di Rossini!

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