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Un classico dei nostri tempi
Peter Sellars ha un triplice ruolo in quest’opera: ha suggerito la vicenda al compositore, ne ha curato la messa in scena e in questa registrazione della ripresa al Metropolitan Opera ne è anche il regista video per la trasmissione live.
John Adams, californiano classe 1947, era un affermato compositore nel 1985 quando il regista Sellars gli propose di musicare il viaggio di Nixon in Cina del 1972. Non sarà la prima volta che il compositore si cimenterà con la storia (Doctor Atomic, 2005, sulla figura del fisico Robert Oppenheimer) o l’attualità più scottante (The Death of Klinghoffer, 1991, sull’assalto terroristico alla nave da crociera “Achille Lauro”).
La decisione di Nixon di andare in Cina era giudicata da Peter Sellars come una cinica mossa elettorale, ma nondimeno anche come una svolta storica. Per il libretto venne scelta la poetessa e pastora anglicana Alice Goodman. Nixon è qui visto nella sua complessità di individuo nonostante l’antipatia professata dagli autori nei suoi confronti.
Atto I. L’aereo presidenziale arriva a Pechino, accolto dalle Guardie Rosse. Nixon, la moglie Pat e gli altri ospiti vengono accolti da Chou En-Lai, al quale Nixon confida l’importanza storica di questo incontro. Nello studio di Mao avviene l’incontro tra i due presidenti, dove Nixon fatica a seguire i discorsi politici di Mao, pieni di fantasia. La sera stessa si festeggia con un banchetto l’incontro tra i due presidenti.
Atto II. La moglie del presidente Pat fa visita al personale dell’albergo nel quale alloggia, assieme alla moglie di Mao, Chiang Ch’Ing, che la conduce poi in una scuola e alla Porta della Longevità. La giornata si conclude al teatro dell’Opera, dove i Nixon assistono a un balletto, Il distaccamento comunista delle donne, troppo realistico per i loro gusti, tant’è che i due cercano di difendere la ballerina frustata quasi a morte. Il popolo tenta una sommossa, e Chiang arringa gli spettatori.
Atto III. Durante l’ultima notte a Pechino, tutti sono molto stanchi e provati. Nixon ricorda il servizio militare prestato in guerra sulla nave, e la moglie ricorda cosa per lei sia stato attenderlo; Mao ricorda la sua storica Lunga Marcia, mentre la moglie invano tenta di strapparlo a questi ricordi politici. Chou En-Lai alla fine canta «I am an old man and I cannot sleep», interrogandosi se c’è stato qualcosa di buono in questo incontro.
L’orchestra di Adams – arricchita di una sezione di sassofoni, percussioni e sintetizzatore – combina lo stile minimalista, il neoclassicismo stravinskiano ed echi di jazz e musical per illustrare una vicenda i cui personaggi sono oltre a Nixon (baritono), la moglie Pat (soprano), il consigliere Kissinger (basso) da una parte e Mao (tenore), la moglie Chiang Ch’ing (soprano coloratura) e il premier Ciù En-lai (baritono) dall’altra.
La prima a Houston nel 1987 divise la critica che in parte decretò breve vita all’opera. Invece, da allora si sono succedute numerose riprese in tutto il mondo e questa del 2011 al Met è la consacrazione definitiva di un classico dei nostri tempi. Diretta dallo stesso compositore, questa edizione ripropone la regia di Sellars con le scene di Adrianne Lobel e le gustose coreografie di Mark Morris, il quale si rifà ai balletti militaristici del passato rivoluzionario della moglie di Mao.
Degli originali interpreti è rimasto solo il Nixon di James Maddalena, creatore del ruolo, che dopo venticinque anni non può non denunciare un certo affaticamento vocale. Tutti nuovi gli altri: Janis Kelly (la classica moglie repubblicana), Robert Brubaker (un farneticante Mao), Kathleen Kim (la voce stratosferica di quella intrigante e temibile madame Mao), il dolente Ciù En-lai di Russell Braun e l’ironico, quasi basso buffo Kissinger di Richard Paul Fink.
L’opera è presentata su due dischi: un DVD e un blu-ray. Ottima idea! Come extra le interviste fuori scena di Thomas Hampson. Da non perdersi quella allo spiritello senza età Peter Sellars.
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